Cultura e scienze

Il Corriere della Sera e la storia dei raggi ultravioletti che curano il Coronavirus

neXtQuotidiano 21/07/2020

Ieri il quotidiano ha pubblicato un’intervista a Maurizio Pianezza, che fa parte del comitato scientifico European Medical Association (Ema) in cui si affermava che era possibile utilizzare “una camera per irradiare i malati con raggi ultravioletti”. Oggi arriva l’autorettifica. Sperando che nessuno si faccia male

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Da qualche giorno il Corriere della Sera si è fissato con la storia dei raggi ultravioletti che curano il Coronavirus. Come abbiamo spiegato, mentre è corretto affermare che  la luce solare simulata inattiva rapidamente il virus (se esposto alla luce solare il SARS-CoV-2 contenuto nelle goccioline di saliva, depositate su diversi materiali, viene inattivato in 6.8 minuti), è falso che  farsi “una lampada” serva a qualcosa contro il Coronavirus. Il ministero della Salute spiega sul suo portale che le lampade a raggi ultravioletti (UV) non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle. Le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi. Pulire le mani con una soluzione a base alcolica ( igienizzante per mani) o lavarsi le mani con acqua e sapone sono i modi più efficaci per rimuovere il virus.

coronavirus raggi ultravioletti lampadeIeri il quotidiano ha però raggiunto il suo culmine ha pubblicando una lisergica intervista a Maurizio Pianezza, che fa parte del comitato scientifico European Medical Association (Ema) in cui si affermava che era possibile utilizzare “una camera per irradiare i malati con raggi ultravioletti”.

Professore, ci racconti come è andata?
«A marzo ho chiesto aiuto a Massimo Liofredi, direttore della sede Rai dell’Abruzzo che per 10 anni ha organizzato Telethon. Lui ha scritto al presidente del Consiglio che, pur non conoscendolo, si è subito attivato mettendolo in contatto con il presidente dell’Iss Brusaferroecon il viceministro alla Salute Sileri. Poi, la call conference con tre esperti dell’Istituto superiore ma non hanno capito la mia tesi».

Ce la spieghi
«La domanda è: “Se, come dicono le ultime ricerche, per debellare il virus bastasse il caldo, come mai da noi  ’è una minore incidenza del Covid e in Africa, dove fa ancora più caldo, no?”. Perché il raggio ultravioletto ha un angolo di incidenza tra i 155 ei158 gradi, come accade nel periodo del solstizio-afelio, tra il 21 giugno e il 3 luglio, quando cioè in Italia la carica virale è diminuita moltissimo, e la temperatura e l’umidità hanno valori precisi: 22-23 gradi centigradi e 70-80%. Vede, i raggi ultravioletti riducono la carica virale ma a determinate condizioni. Basta ricrearle»

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Oggi il Corriere della Sera però si autorettifica: Francesco Bochicchio, fisico dell’Istituto  Superiore di Sanità, spiega che non esistono terapie anti Covid a base di UV e ribadisce che l’unico uso possibile è quello della sanificazione di ambienti:

I raggi ultravioletti possono essere una cura anti Covid?
«Non mi risulta siano state ancora validate terapie anti Covid a base di Uv. Va ricordato che gli ultravioletti, che a seconda della frequenza si dividono in UvA, UvB e UvC, sono pericolosi per la salute tanto che ci proteggiamo dai raggi solari con le creme ed esistono normative per limitare l’uso di lampade abbronzanti che l’Oms raccomanda di non utilizzare».

Eppure c’è chi afferma l’utilità di irradiare con ultravioletti i malati di SarsCoV-2. Ne è convinto l’oncologo Maurizio Pianezza che anni fa si espresse favorevolmente sul metodo anticancro  promosso dal fisiologo Di Bella. Avete mai valutato la sua ipotesi?
«Nel centro per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale da me diretto non ce ne siamo mai occupati. In diversi siti, anche a carattere esoterico, dove è riportato il metodo del dottor Pianezza, questo viene descritto tra l’altro come “sinergia tra la geometria sacra e una specifica banda di luce blu ultravioletta UvB”. Tali affermazioni diventano difficilmente verificabili sul piano scientifico».

Anche gli UvB sono pericolosi per l’uomo?
«L’effetto cancerogeno degli Uv, inclusi gli UvB, è noto da tempo, sono classificati come agenti cancerogeni certi dall’Oms. Diversi Paesi, per esempio l’Australia, stanno attuando politiche per ridurre l’esposizione agli Uv di origine naturale e artificiale»

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