Attualità
«Si rischiano 200mila morti in Usa per il Coronavirus»
neXtQuotidiano 29/03/2020
Anthony Fauci, epidemiologo e maggior esperto americano di malattie infettive, pronostica milioni di casi negli USA. Intanto Trump fa retromarcia sulla quarantena di New York
Negli Stati Uniti si temono “milioni di casi” di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 e “fra i 100.000 e i 200.000 morti”. Lo afferma Anthony Fauci, il maggiore esperto americano di malattie infettive, in un’intervista a Cnn, sottolineando comunque che è difficile fare previsioni perché è un “target in movimento”. “Da quello che vediamo ora, direi che ci potrebbero essere 100mila-200mila morti” dal Coronavirus, dice Fauci sottolineando che si temono “milioni di casi”.
«Si rischiano 200mila morti in Usa per il Coronavirus»
Negli Stati Uniti il numero dei morti per il coronavirus ha superato i 2 mila (2.191 all’ultimo conteggio). Fauci ha anche detto che i modelli che invece prevedono un milione di morti “sono quasi certamente fuori strada”. “Non è impossibile ma è molto, molto improbabile”, ha affermato Fauci. La stima del noto epidemiologo è di “milioni di casi e un numero di vittime compreso tra le 100 mila e le 200 mila. “Non voglio sbilanciarmi su questo”, ha però avvertito, “si tratta di numeri talmente in movimento che che ci si può facilmente sbagliare e si possono fuorviare le persone”. Fauci si è mostrato più ottimista sul fronte delle forniture di test: “Rispetto a un paio di settimane fa ne abbiamo in numeri straordinariamente più alti”. Le restrizioni, però, resteranno ancora a in piedi”. “Non sarà questione dei settimane”, ha sottolineato, non sarà domani e non sarà certamente la prossima settimana. Ci vorrà un po’ di più di cosi'”.
Fauci to @jaketapper: we could see “100,000 to 200,000 cases, but I don’t want to be held to that… excuse me, *deaths*. We’re going to have millions of cases…” ? pic.twitter.com/384FOhWJ7S
— Tommy X-TrumpIsARacist-opher (@tommyxtopher) March 29, 2020
Il super consulente della Casa Bianca per la strategia anti-Coronavirus ha saputo conquistare i riflettori dei media con i suoi modi garbati e la sua preparazione, che lo ha reso il consigliere di ogni presidente dopo Ronald Reagan. Ma è finito nel mirino dell’estrema destra che, sui social, ne mette in dubbio l’affidabilità e lo bolla come un amico dei liberal. Nelle ultime settimane, riporta il New York Times, i post contro il virologo in chief si sono moltiplicati prendendo spunto da una email che Fauci inviò nel 2013 all’allora segretario di stato, Hillary Clinton, complimentandosi per la sua forza durante l’audizione su Bengasi. Una email che, secondo la destra, è la prova che Fauci appartiene a un gruppo contrario a Donald Trump.
La retromarcia sulla quarantena di New York
Intanto il presidente americano, Donald Trump, ha fatto retromarcia sull’ipotesi di mettere in quarantena lo Stato di New York e alcune parti degli Stati di New Jersey e Connecticut dopo una forte opposizione dei governatori e gli avvertimenti sul panico che la decisione potrebbe scatenare tra la popolazione. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno tuttavia consigliato ai residenti dello Stato di New York di non viaggiare se non per motivi essenziali. “Non sarà necessaria una quarantena”, ha twittato Trump, circa otto ore dopo aver scioccato l’area metropolitana di New York, focolaio dell’epidemia di coronavirus degli Stati Uniti, con una proposta di quarantena di due settimane per impedire ai residenti di uscire. Un blocco di genere sarebbe stato la misura piu’ dura finora adottata dal governo degli Stati Uniti per rallentare la diffusione della pandemia.
Trump aveva indicato in precedenza che stava rispondendo alle preoccupazioni in altri Stati, in particolare Florida, che i viaggiatori provenienti dalla grande area di New York City potevano diffondere il Covid-19 nelle loro comunita’. Aveva detto ai giornalisti che i newyorkesi “fortemente contagiati” rappresentavano una minaccia per la Florida, una popolare destinazione per le vacanze del Sud per chi vive nel Nord-Est. Ma dopo i forti avvertimenti del governatore di New York Andrew Cuomo e del governatore del New Jersey Ned Lamont che la mossa avrebbe scatenato il panico e causato ulteriori danni ai mercati finanziari, Trump ha invertito la rotta e ha dichiarato che ci saranno solo avvisi di viaggio per la regione. “Su raccomandazione della Task force coronavirus della Casa Bianca, e dopo aver consultato i governatori di New York, New Jersey e Connecticut, ho chiesto ai Cdc (Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie) di emettere un duro avviso di viaggio”, ha scritto il capo della Casa Bianca su Twitter. Il Cdc ha quindi pubblicato l’avviso che sollecita i residenti dei tre Stati limitrofi “ad astenersi dal viaggio interno non essenziale per 14 giorni con effetto immediato”. Lo stato di New York ha riportato finora oltre 53 mila casi di COVID-19, su oltre 124 mila a livello nazionale. La sola New York City ha registrato un aumento di oltre 155 morti ieri, portando il totale della città a 672, circa un terzo delle 2.185 vittime negli Stati Uniti, secondo i dati della Johns Hopkins University. Il vicino New Jersey ha riferito di oltre 11.100 casi di contagio. Cuomo aveva dichiarato in precedenza alla Cnn che un blocco sui viaggi dentro e fuori l’hub finanziario e commerciale globale non sarebbe legale o sensato, soprattutto perché ci sono già controlli locali sugli spostamenti. “Perché si voglia creare un pandemonio totale in testa a una pandemia, non ne ho idea”, aveva dichiarato. Lamont aveva invece definito New York City, New Jersey e il Connecticut meridionale “la capitale globale del mondo” per commercio e finanza. “Se sei interessato tanto quanto il presidente nel far ripartire questa economia, devi stare molto attento a ciò che dici e a ciò che non dici”, aveva sottolineato.