Coronavirus: come si vive in isolamento domiciliare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-02

In Italia 798 persone sono sottoposte ad oggi all’isolamento domiciliare con sorveglianza attiva perché positive al test del tampone per il Coronavirus o a rischio contagio. Ecco come funziona

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In Italia 798 persone sono sottoposte ad oggi all’isolamento domiciliare con sorveglianza attiva perché positive al test del tampone per il Coronavirus o a rischio contagio. Il Corriere della Sera spiega oggi come funzionano i controlli a casa con le risposte di  Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Firenze; membro della Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica.

Che cosa significa?
La misura dell’isolamento domiciliare fiduciario viene decisa per soggetti che hanno contratto l’infezione ma non hanno sintomi o hanno sintomatologia lieve, per chi ha avuto contatti con persone infette o si è recato in zone «focolaio». Sono tutti casi in cui non è indispensabile il ricovero.

Come avviene l’isolamento in ospedale?
Si utilizzano strategie particolari per garantire la sicurezza, come l’isolamento in stanza «a pressione negativa»che fa sì che se vengono aperte porte o finestre l’aria venga risucchiata all’interno e non ci sia quindi diffusione di microrganismi. L’isolamento è necessario in caso di patologie sottoposte a sorveglianza internazionale come colera, Ebola, febbre emorragica, o patologie a diffusione aerea di particolare contagiosità.

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Coronavirus: i sintomi e il test del tampone (La Repubblica, 22 febbraio 2020)

Perché nel caso del nuovo virus è sufficiente per alcuni pazienti stare a casa?
Il numero di contagiati è piuttosto alto e i posti negli ospedali devono essere riservati ai casi più seri. Di conseguenza il ministero della Salute ha stabilito che gli asintomatici e i soggetti in quarantena (perché a rischio di essere stati contagiati) stiano in isolamento domiciliare, in modalità fiduciaria — ovvero basata sul senso di responsabilità del cittadino —, finché vi sia certezza della non contagiosità. Questo avviene dopo 14 giorni per le persone a rischio (periodo massimo di incubazione) e in presenza di due tamponi negativi,eseguiti a distanza di 24 ore, per le persone precedentemente malate ma ormai guarite.

In che cosa consiste la sorveglianza attiva?
Il personale del Servizio di igiene pubblica della Asl di competenza prende in carico la persona e la segue, fornendo disposizioni di comportamento a cui il soggetto deve attenersi. Il personale sanitario può disporre l ’esecuzione di controlli periodici sul paziente, come misurazioni della febbre, tamponi,visite.

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