“Contrario ai dogmi religiosi”: la raccolta firme in piazza per l’eutanasia legale negata dal parroco

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-07-18

Il parroco della chiesa di Piazza San Giorgio a Reggio Calabria ha negato la concessione degli spazi per la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale all’Associazione Luca Coscioni. L’assessora alle attività produttive Irene Calabrò ha cercato il chiarimento con Marco Cappato

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Niente banchetti per la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale in Piazza San Giorgio a Reggio Calabria. “La gestione di quegli spazi viene solitamente autorizzata con preventivo parere del Parroco, e non può essere concessa ad associazioni attiviste politicamente o che trattino argomenti antitetici ai dogmi religiosi”. È il contenuto della mail firmata da due impiegati comunali e arrivata all’Associazione Luca Coscioni, che aveva fatto richiesta di poter organizzare la raccolta firme nel capoluogo calabrese. A rendere pubblica la vicenda è stato Marco Cappato, presidente dell’associazione, postando uno screenshot del messaggio sul suo profilo Twitter. Cappato ha comunque annunciato che il 28 luglio sarebbe andato a tenere un comizio in quella piazza, “autorizzato o meno che sia”.

Spazi pubblici nelle mani di un parroco, che decide in base alla morale religiosa cosa si può e cosa non si può promuovere ai cittadini. L’assessora alle attività produttive della cittadinanza Irene Calabrò ha provato a metterci una pezza, parlando di un “disguido generato dagli uffici comunali”. Venendo incontro all’ultimatum di Cappato, Calabrò l’ha formalmente invitato a una visita in città. Ma all’inizio di luglio i radicali avevano lamentato un’altra curiosa situazione, sempre a Reggio: la Città Metropolitana aveva concesso un solo tavolo per i Referendum Day e un totale di tre per tutto il mese.

L’assessora ha sottolineato di essere una delle autenticatrici del referendum e di aver avuto contatti con i promotori per chiarire l’accaduto. La pec del settore di risposta era “interlocutoria” e voleva solo comunicare “che lo spazio scelto era di pertinenza della chiesa e che, in quanto tale, non poteva essere concesso dal Comune”. È stato quindi concordato un altro spazio e se le date scelte (11, 18 e 25 luglio) risulteranno insufficienti la raccolta di firme sarà estesa anche in altri giorni.

“In merito alle dichiarazioni pubbliche dell’onorevole Marco Cappato si intende precisare che la lettera firmata da due dipendenti dello Sportello Unico Attività Produttive del Comune di Reggio Calabria, in risposta alla richiesta del locale Comitato per il referendum e dell’Associazione Luca Coscioni, risulta assolutamente impropria e non rappresenta in alcun modo la posizione ufficiale dell’Amministrazione comunale”. Resta il dubbio su chi abbia autorizzato i due firmatari della mail a rispondere in quel modo e di chi fosse la volontà all’interno del Comune di non concedere Piazza San Giorgio per la raccolta firme sull’eutanasia legale.

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