Fatti
Conte e Renzi: come procede la trattativa per il Conte Ter
neXtQuotidiano 28/01/2021
Tutti si muovono su un campo minato, ma il Conte Ter non è ancora un’ipotesi definitivamente sepolta. Le mosse di Conte e quelle di Renzi e Zingaretti che oggi saliranno al Quirinale per le consultazioni
Oggi le consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella entrano nel vivo. Questo pomeriggio Matteo Renzi salirà al Quirinale dopo il video pubblicato ieri sui social in cui mentre spara a zero sul nuovo gruppo parlamentare a sostegno di Conte, gli altri esponenti di Italia Viva, come Teresa Bellanova, sottolineano che saranno consultazioni senza veti:”Mentre in Parlamento assistiamo a un autentico scandaloche è quello di far passare delle persone non su un’idea ma su una gestione opaca delle relazioni, alla creazione di gruppi improvvisati, siamo qui a dire con forza che noi abbiamo rinunciato alle poltrone per far valere le nostre idee”. Quante probabilità ha il Conte Ter di vedere la luce?
Come procede la trattativa per il Conte Ter
Ma cosa farà oggi in concreto Renzi? A dispetto delle parole provocatorie della Bellanova che ha fatto aleggiare il nome di Di Maio come alternativa a quello di Giuseppe Conte Italia Viva oggi non porrà veti, convinta che il Presidente del Consiglio dimissionario riceverà da Mattarella un incarico esplorativo. E anche se, come spiega Alberto Gentili sul Messaggero, il senatore di Rignano potrebbe chiedere la testa di Bonafede, non ci saranno chiusure insormontabili per la trattativa sul Conte Ter. Come ad esempio il MES:
«Sarebbe divertente vedere i grillini senza Conte, ma con noi in maggioranza…». 11 primo step, secondo la road map immaginata del Rottamatore, dovrebbe però essere la trattativa con Conte. «Anche se non mi ha ancora chiamato». «Non sarà un confronto piacevole», dice uno dei suoi, «Matteo siederà al tavolo con il coltello tra i denti. Chiederà un radicale cambio di metodo, un nuovo ministro della Giustizia al posto di Bonafede, il sì al Mes, un Recovery Plan molto diverso e tante altre belle cose. Dopo di che, se ci sarà stallo, si andrà su Di Maio o Franceschini o Gentiloni o la Cartabia. Il che farebbe di Matteo l’uomo più felice del mondo». Eppure, come dice ún alto renziano di alto rango, «se Conte non troverà altri volenterosi, Renzi non andrà a trattare per rompere. Sarà molto determinato, ma non ultimativo. Ad esempio non prendereemo e non ci alzeremo se non ci verrà dato il MES o il Ponte sullo Stretto. Siamo consapevoli che il Conte-ter non sarà un monocolore di Italia Viva ».
Anche Conte non ha nessuna intenzione di fornire alibi ad Italia Viva per chiudere: se Renzi non porrà veti al Conte Ter a patto di rimaneggiare la squadra di governo si inizierà a trattare sul serio. Sempre con un occhio all’arrivo di altri responsabili, per togliere forza alle richieste del politico toscano. Ieri Luigi Vitali, berlusconiano, si è aggiunto alla squadra dei costruttori. Ora Conte per fare a meno di Renzi ha bisogno di altri sei voti. Ma per il momento la situazione è di estremo equilibrio, come racconta Ciriaco su Repubblica:
Vuole restare immobile, attendere che sia Matteo Renzi a compiere la prima mossa, lì sul Colle. Se oggi íl leader di Italia Viva dovesse dire che sì, va bene un “Conte ter” a patto che si ridiscuta il programma e pure la squadra di governo, allora il premier accetterà di trattare. Lo chiamerà, lo incontrerà. Gli concederà più di qualcosa. Toccherebbe al politico di Rignano, a quel punto, sfilarsi dal tavolo. Rischiando di irritare il Quirinale e di perdere per strada senatori del gruppo. Non a caso, quando a sera qualcuno gli domanda «Matteo, sicuro che non metterai il veto su Conte?», lui risponde: no. Dire che si lanciano il cerino a distanza è riduttivo. In Conte c’è equilibrismo e voglia di ribaltare una situazione disperata. L’avvocato se la giocherà comunque, fino alla fine. Ha ottenuto il via libera politico di Nicola Zingaretti a riaprire un canale con Renzi. Ma a una condizione: che i numeri siano ampi. Tradotto: che l’ex premier non risulti determinante. E quindi, testa bassa e trattative serrate con i “costruttori”.
Al gioco di provocazioni di Italia Viva, che oltre all’endorsement su Di Maio ha messo sul tavolo anche nomi come quello di Gentiloni la Stampa spiega che Franceschini, che è rimasto in contatto con Renzi, “fiuta” good vibes per il Conte Ter. Non a caso Zingaretti ieri ha risposto al video di Matteo con la blindatura di Conte alla Direzione del Partito Democratico: “Condividiamo e sosteniamo, e su questo chiedo un mandato alla direzione, l’ipotesi di proporre al Presidente Mattarella un incarico al Presidente Conte per dare vita a un governo raccogliendo il suo appello nella direzione della responsabilità nazionale. Un Governo che possa contare su un’ampia base parlamentare”:
La blindatura serve da argine ai veleni sparsi dai renziani che rilanciano nomi come Gentiloni premier, per destabilizzare il campo. Ma Renzi è più concreto – gli spiegano i suoi ambasciatori – se non riesce a cambiare il premier, dovrà pur giustificare che dopo tutto questo caos ha strappato un cambiamento visibile. E se il Mes non potrà ottenerlo, così come il garantismo dai 5 Stelle, chiederà più poltrone. Ma su qualità e quantità di ministeri – giurano – la trattativa non è ancora iniziata. E se pure il mantra del Pd è che «Renzi dirà sì a Conte perché se no spacca Iv», regna la cautela. Nella sua relazione, votata all’unanimità dalla Direzione, Zingaretti sgancia un segnale “double face” sul voto anticipato, accolto con una «ola» dai presenti. «Non vogliamo il voto ma il rischio è reale».
Tutti si muovono su un campo minato, ma il Conte Ter non è ancora un’ipotesi definitivamente sepolta.