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“Io ricordo i gilet gialli…”, l’affondo di Conte su Di Maio e il “complotto” della scissione | VIDEO
neXtQuotidiano 23/06/2022
Ospite di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo”, il Presidente del MoVimento 5 Stelle si sfoga contro il Ministro degli Esteri dopo la scissione e la formazione di un nuovo gruppo parlamentare
S’erano tanto amati? Forse. Ma questo ha reso ancor più sordo il rumore della frattura che si è consumata nei giorni scorsi. I bisticci dialettici tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio non sono recenti, ma sono deflagrati all’indomani della nuova cocente sconfitta del MoVimento 5 Stelle alle Amministrative. E nella settimana che porta ai ballottaggi è arrivata la scissione: il Ministro degli Esteri – messo in discussione dal suo partito sia per quelle dichiarazioni sulla sconfitta elettorale che per la sua posizione sulla guerra in Ucraina – ha abbandonato quella barca guidata per anni (come capo politico) per dare vita a un nuovo (e cospicuo) gruppo parlamentare. E, come ovvio, il presidente pentastellato non l’ha presa bene.
Conte contro Di Maio e il complotto dell’addio preparato da tempo
Ospite di Lilli Gruber negli studi di “Otto e Mezzo” (su La7), Giuseppe Conte ha voluto ripercorrere le tappe più o meno recenti di Luigi Di Maio all’interno del MoVimento 5 Stelle. Ed è partito proprio da alcuni episodi accaduti quando lui stesso era Presidente del Consiglio.
“Luigi Di Maio non si deve permettere di minare l’onore del Movimento 5 Stelle, lui per primo dovrebbe essere consapevole del lavoro e della fatica che serve fare per tenere la barra dritta. Non voglio parlare del passato, ma se parliamo del Conte 1 e del Conte 2, bisogna anche ricordare dei gilet gialli…”.
Per chi non lo ricordasse. Era il febbraio del 2019, nel bel mezzo dei primi mesi di quella luna di miele governativa tra MoVimento 5 Stelle e Lega. Alla guida dell’esecutivo c’era – per la prima volta – proprio Giuseppe Conte. In quelle settimane Luigi Di Maio (all’epoca non solo Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, ma anche vicepremier) partì alla volta della Francia insieme ad Alessandro Di Battista per incontrare i vertici del movimento transalpino dei gilets jaunes (i gilet gialli) che avevano organizzato numerose proteste (anche molto pesanti in termini di incidenti) contro il Presidente francese Emmanuel Macron.
Quell’episodio provocò imbarazzo nel governo e inevitabili polemiche. E ora Giuseppe Conte lo rinfaccia a Luigi Di Maio, dopo la scissione che ha provocato un ribaltamento dei numeri in Parlamento: portando con sé un cospicuo numero di parlamentari, infatti, il Ministro degli Esteri ha – di fatto – depotenziato il peso politico dei pentastellati (sia al governo che a Montecitorio e Palazzo Madama): il MoVimento 5 Stelle, infatti, non è più il primo partito (nei numeri) né alla Camera, né al Senato. E questo, secondo il Presidente M5S è figlio di un progetto che non è stato partorito dall’oggi al domani:
“È evidente che l’iniziativa della creazione di un nuovo gruppo politico non è un’idea che può essere nata in un giorno solo. Noi non sapevamo che ci fosse questa concretezza ma era chiaro che Di Maio seguisse una sua agenda sin dal significativo passaggio del Quirinale”.
Insomma, il complotto e il classico “trappolone” sarebbero stati in cantiere da tempo. Fino a quella bottiglia stappata con lo strappo:
“Con Di Maio personalmente io ho rapporti recenti, ma è ovvio che c’è una storia importante, anche istituzionale, del Paese che ieri è finita. Ieri sera quindi non ho stappato una bottiglia ma è pur vero che c’è un elemento di chiarificazione perché le sue posizioni ormai sono evidentemente lontane da quelle del Movimento”.
E ora, cosa accade al governo? Giuseppe Conte, già nelle ore successive alla scissione, ha assicurato la permanenza di quel che resta del MoVimento 5 Stelle all’interno dell’Esecutivo, con tanto di sostegno parlamentare. Almeno per ora.
“Draghi? È un po’ che non ci sentiamo, sicuramente lo sentirò questa settimana, ci confronteremo per valutare la situazione e capire come procedere ma assolutamente non metterò in discussione il nostro sostegno al governo. Lo andrò a trovare e gli parlerò”.
Con i numeri attuali, comunque, anche in caso di mancato supporto parlamentare del MoVimento 5 Stelle, l’esecutivo guidato dall’ex Presidente della BCE avrebbe comunque ampi margini di maggioranza. Sia alla Camera che al Senato.
(foto e video: da “Otto e Mezzo”, La7)