Governo Conte: cosa succede adesso? Tutte le spine di una maggioranza instabile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-20

La fiducia al Senato è stato solo il primo step per la sopravvivenza del governo Conte 2. Solo se riuscirà a compattare il suo consenso potrà andare avanti senza temere agguati giornalieri. Ecco quali sono le possibilità su cui può contare Giuseppe Conte

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Alla fine Giuseppe Conte ce l’ha fatta: ha ottenuto la fiducia al Senato con la maggioranza relativa. Sotto la soglia quindi dei 161 voti, così come era stato previsto. Ma anche leggermente sopra a quella quota 154 che aleggiava nell’aria ieri. I 156 voti a favore basteranno al Presidente del Consiglio per governare?

Governo Conte: cosa succede adesso? Tutte le spine di una maggioranza instabile

Chi ha votato a favore di Conte? Ieri all’ultimo secondo si sono aggiunti i voti favorevoli dell’ex M5S Ciampolillo e del socialista Nencini, come avevamo previsto su Nextquotidiano, con la riammissione in extremis per aver votato pochi secondi dopo la seconda chiama. Alla fine anche il sostegno dei forzisti c’è stato anche se i nomi sono due e non tutti coincidono con i rumors di ieri. Se di Andrea Causin si era già parlato, la sorpresa è stata la senatrice Maria Rosaria Rossi, a lungo fedelissima di Silvio Berlusconi e, negli ultimi tempi, sempre più ai margini di Forza Italia. Per entrambi è scattata l’immediata espulsione dal partito, come aveva anticipato Antonio Tajani nel pomeriggio di ieri. Oltre a Ciampolillo, altri ex grillini hanno appoggiato il premier. Si tratta di Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, e quel Maurizio Buccarella passato al Maie, il gruppo di sostegno a Conte. Come previsto poi sono arrivati i voti di Tommaso Cerno, che fa rientro nel Pd, e Sandra Lonardo. A questi si aggiungono quelli dei tre senatori a vita Liliana Segre, Mario Monti e Elena Cattaneo. Se tra i banchi della maggioranza si esulta per lo scampato pericolo, non mancano però diverse spine. Francesco Bei su “Repubblica” spiega perché la conta non è pienamente soddisfacente per il Presidente del Consiglio:

I sì sono 156, 140 i no, 16 i renziani astenuti, 8 gli assenti. Conte guida tecnicamente un governo di minoranza (dimaggioranza relativa, come precisa il dem Stefano Ceccanti), grazieal sostegno di tre senatori a vita, unex M5S e due new entry di Forza Italia. Un risultato al di sotto delleaspettative e dei pronostici, cherende determinanti le astensioni diRenzi. Se i voti di Italia Viva si fossero aggiunti ai No delle opposizioni,Conte si sarebbe dovuto dimettere. Il centrodestra in serata chiedeudienza al Colle, mentre Renzi grida vittoria: «Dovevano asfaltarci,non hanno la maggioranza»

Conte dopo il voto ha scritto su Twitter: “il governo ottiene la fiducia anche al Senato. Ora l’obiettivo è rendere ancora piu’ solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere”. Ed è un piccolo programma di quello che ora farà.  I numeri di Italia Viva e quelli del centrodestra superano quelli della maggioranza nelle commissioni . Così mentre Renzi esulta la Meloni annuncia: “Dobbiamo chiedere un colloquio con Mattarella. Non credo che il presidente chiuderà un occhio”,e Salvini attacca: “Uno scempio, una schifezza”. Per questo motivo, come racconta Tommaso Ciriaco su Repubblica, il Presidente del Consiglio cercherà di rendere la maggioranza più solida in dalle prossime ore:

 Con numeri ancora precari, c’è darimboccarsi le maniche e «rendereancora più solida questa maggioranza, perché l’Italia non ha un minuto da perdere». Il piano di Conte nonpuò prescindere da un passaggio fondamentale, a questo punto: deve nascere, e in fretta, il gruppo centrista a Palazzo Madama. Alla Camera è solo questione di giorni: Bruno Tabacci ha radunato i disponibili. Non è un problema solo estetico, per mostrare al mondo una nuova maggioranza “derenzizzata”. No, è una questione di governabilità: soltanto con la costituzione di un gruppo si potranno riequilibrare a favore dei giallorossi le commissioni parlamentari del Senato. Senza il sostegno di Italia Viva, alcune sono in mano alle opposizioni. Due, in particolare, preoccupano: Bilancio e Affaricostituzionali. Nella prima deve tral’altro transitare il Recovery Plan,nella seconda la riforma della leggeelettorale in senso proporzionale.Per costruire il gruppo popolare e socialista, il premier continua a impegnarsi in prima persona. Lavora ai fianchi l’Udc e Italia Viva. La motivazione utile a guadagnare i giorni preziosi per realizzare questo progetto c’è già: il decreto ristori.

Poi verranno fissate delle riforme chiave da inserire nel nuovo patto di legislatura, come quella fiscale e la legge elettorale. A febbraio poi il rimpasto. Il Presidente del Consiglio vorrebbe evitare di tornare di nuovo alle Camere, cosa che dovrebbe necessariamente avvenire in caso di dimissioni. Quindi ci sarà un rimpasto. Quali poltrone riguarderà? Monica Guerzoni sul Corriere spiega che Conte se non vuole arrendersi al Conte Ter dovrà far fruttare ala massimo il “pacchetto” che contiene patto di legislatura, rimpasto e legge proporzionale.

Nel piatto ci sono solo Agricoltura, Famiglia e un sottosegretario. E poi c’è la delega ai Servizi segreti che sembrava destinata la segretario nazionale di Chigi Roberto Chieppa e che invece potrebbe tornare in palio. Nencini, che detiene il simbolo del PSI, gli ha detto in sostanza “fammi vedere le carte, progetto e programma” e in molti si aspettano che sarà ministro.

 

Insomma la fiducia al Senato è stato solo il primo step per la sopravvivenza del governo Conte 2. Solo se riuscirà a compattare il suo consenso potrà andare avanti senza temere agguati giornalieri. In caso contrario, la doppia fiducia incassata alla Camera e al Senato potrebbe solo aver rimandato di qualche settimana la resa dei conti.

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