L’uomo affetto da Coronavirus in fuga (dice lui) al parco acquatico a Latina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-12

Positivo al test, ha fatto perdere le sue tracce per un’intera giornata. Ritrovato ad Aprilia, ha confessato di aver passato la giornata in un parco acquatico dove però non risulta che sia mai entrato. In ogni caso sono scattati i test (tutti negativi) e la sanificazione

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Un cittadino romeno di 50 anni aveva fatto perdere le sue tracce dopo essere risultato positivo al Coronavirus SARS-COV-2 e questo ha causato la necessità di trenta tamponi e una sanificazione completa in un parco acquatico a Latina. Dopo averlo cercato per una giornata è stato ritrovato in un appartamento ad Aprilia, dove ha confessato di aver passato la giornata in un parco acquatico dove però non risulta che sia mai entrato.

L’uomo affetto da Coronavirus in fuga (dice lui) al parco acquatico a Latina

Per precauzione la ASL ha effettuato il test del tampone al personale (tutti negativi) e disposto la sanificazione totale della struttura, mentre l’uomo si è fatto ricoverare in una struttura COVID della zona. La storia è stata raccontata dal Messaggero, che ci fa sapere che nella cittadina c’è un focolaio importato con cinque malati: fino a pochi giorni fa erano solo cinque le persone di nazionalità indiana contagiate in provincia di Latina dall’inizio dell’emergenza. Cinquesu500casi totali,nulla.Adesso in pochi giorni altri 5 casi, quattro dei quali di rientro: quattro indiani
e un bengalese tornati in aereo dai loro paesi di origine e a Latina è scattato l’allarme.

«Sono casi non semplici da individuare anche perché i rientri dei positivi riscontrati a Latina sono avvenuti tutti da tratte diverse e con triangolazioni di voli molto differenti» spiega Antonio Sabatucci, direttore della Uoc di prevenzione attiva dellaAsl pontina. Il primo caso è stato quello di una donna di nazionalità indiana rientrata da Delhi via Parigi con un volo Air France il 30 giugno: ha manifestato i sintomi il due luglio nella casa di Aprilia dove era in quarantena. Poi il marito, che a sua volta era rientrato dall’Asia ma con un volo da Dacca del 23 giugno. Poi un bengalese arrivato passando da Doha, mentre uno dei casi riscontrati aveva volato via Francoforte atterrando a Firenze.

coronavirus contagi italia 11 luglio

Fino al lockdown era stato tutto tranquillo. Dei 5 indiani contagiati solo due erano stati ricoverati allo Spallanzani. Grazie all’aiuto di Caritas, Croce Rossa ed Emergency la Asl era riuscita a monitorare la situazione, ma adesso il problema dei rientri rende tutto più complicato. Anche perché è difficile immaginare di entrare in uno dei comprensori di Bella Farnia con una postazione drive through(quelle dove si viene sottoposti al tampone restando in auto) per fare tamponi a tappeto. Parliamo di una comunità molto chiusa, dove un ispettore della Asl viene visto come una specie di poliziotto. «In effetti non è stato semplice in questi giorni effettuare i tamponi ai contatti diretti dei positivi indiani, ma grazie ai volontari e ai mediatori linguistici ci stiamo  riuscendo» racconta Maietta. L’altra mattina erano partiti per farne nove, alla fine ne hanno fatti 50. «La cosa importante è che fino ad oggi sono risultati tuttinegativi, quindi bisogna fare molta attenzione a non gridare all’untore» spiega Maietta.

A Latina ieri sono stati trovati altri quattro nuovi positivi, una famiglia italiana: padre, madre, nonna e figlio di 5 anni: negli ultimi 8 giorni i nuovi casi positivi sono stati addirittura 17.

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