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Le accuse ai consiglieri PD Lazio sui fondi regionali

Alessandro D'Amato 29/09/2017

Nell’elenco c’era di tutto: dal catering per il gruppo consiliare ai rimborsi per le multe dei consiglieri, dai regali di Natale all’acquisto di libri, dal pagamento di composizioni funebri per i funerali di un ex politico del Lazio fino ai 4500 euro versati all’enoteca della Tuscia per l’acquisto di bottiglie di vino da spedire in regalo

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In tre anni alcuni consiglieri regionali del Lazio appartenenti al Partito Democratico avrebbero speso in modo improprio 2,6 milioni di euro, soprattutto per assumere collaboratori senza alcuna procedura pubblica. Esterino Montino, Giancarlo Lucherini, Claudio Mancini, i senatori Bruno Astorre, Claudio Moscardelli, Daniela Valentini, il deputato Marco Di Stefano ed Enzo Foschi e l’allora tesoriere Marco Perilli insieme ad altri due nel frattempo deceduti sono accusati dalla procura di Roma e rinviati a giudizio ieri. Le accuse sono particolarmente imbarazzanti.

I fondi spesi dai consiglieri PD della Regione Lazio

Tra queste spicca quella nei confronti di Esterino Montino, oggi sindaco di Fiumicino, che all’epoca insieme all’ex tesoriere Mario Perilli avrebbe usato 64mila euro di contributi al gruppo regionale per finanziare nei fatti la testata online «Paese sera». La società fatturava per pubblicazioni mai uscite e, in cambio, avrebbe fatto ricevere, in particolare a Perilli, un «utilità», si legge nel provvedimento, «consistita nella stipula di un contratto di lavoro a progetto per la durata di un anno (successivamente prorogato per ulteriori cinque mesi) sottoscritto tra lo stesso Vincenti e Perilli Serena (figlia di Mario) per l’espletamento da parte di quest’ultima di attività di assistenza alla segreteria amministrativa della società Nuovo Paese Sera srl». Dovranno rispondere di peculato, truffa e corruzione in concorso con l’editore, Massimo Vincenti, oltre che di abuso d’ufficio.

esterino montino

Esterino Montino con Monica Cirinnà


Gli altri rispondono di abuso d’ufficio. Scrive il Messaggero che per tutti le cifre usate impropriamente sarebbero state ingenti: Mancini avrebbe utilizzato in modo illecito oltre 188 mila euro destinati al gruppo, Astorre oltre 122 mila, Moscardelli oltre 181 mila euro mentre Di Stefano quasi 94 mila euro. Sempre per l’assunzione di collaboratori.

Le assunzioni di collaboratori

Per tutti la prima udienza del processo è stata fissata al 22 gennaio davanti ai giudici della ottava sezione penale. Poi ci sono le accuse a Enzo Foschi, che ha detto la sua sulla vicenda su Facebook:
consiglieri pd lazio
Secondo i pubblici ministeri Giorgio Orano e Alberto Pioletti queste collaborazioni sarebbero «prive della natura altamente qualificata richiesta». Ovvero sarebbero state disposte illecitamente, perché non si è stata fatta nessuna selezione comparativa dei candidati. Questo è il riepilogo delle spese per uno degli anni in questione pubblicato sul sito internet del PD del Lazio all’epoca, da cui è scaturita l’inchiesta:

Le spese pazze nel bilancio del PD del Lazio


Il comunicato sul sito all’epoca, che si riferiva soltanto a uno degli anni in esame, diceva in sintesi: «Le entrate», e cioè finanziamento pubblico, «sono pari a 2 milioni e 17 mila euro, le uscite invece ammontano a 2 milioni e 51 mila euro, compensate però da risparmi dell’anno precedente».Il documento era composto da tre sezioni: «Più di un milione e 500 mila euro sono dati dalle voci di spesa per personale, diffusione attività del gruppo e convegni. 269mila euro vanno per tasse e imposte. Il resto pari a circa 200mila è rappresentato da sono spese varie dettagliatamente elencate nel documento». Nell’elenco c’era di tutto: dal catering per il gruppo consiliare ai rimborsi per le multe dei consiglieri, dai regali di Natale all’acquisto di libri, dal pagamento di composizioni funebri per i funerali di un ex politico del Lazio fino ai 4500 euro versati all’enoteca della Tuscia per l’acquisto di bottiglie di vino da spedire in regalo.

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