Le assurde conseguenze del lockdown

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-21

La quarantena in Italia ha immobilizzato le aree meno colpite (il Sud e le Isole) molto più dell’epicentro nazionale della pandemia (Lombardia e Veneto). E, in parallelo, ha finito pure per intaccare maggiormente i redditi bassi

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Il lockdown in Italia ha immobilizzato le aree meno colpite (il Sud e le Isole) molto più dell’epicentro nazionale della pandemia (Lombardia e Veneto). E, in parallelo, ha finito pure per intaccare maggiormente i redditi bassi. Questi sono i risultati dello studio «Conseguenze economiche e sociali del lockdown per Covid-19» pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of sciences (Pnas) dal gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano coordinato dal professor Fabio Pammolli, con la collaborazione dei team di Walter Quattrociocchi (Università di Venezia) e Antonio Scala (Cnr) e con il supporto di Francesco Porcelli, esperto di economia degli enti locali dell’Università di Bari illustrati oggi dal Corriere della Sera:

L’analisi ha considerato i dati anonimizzati degli spostamenti di oltre 3 milioni di italiani tracciati da Facebook nel  periodo a cavallo dello stop agli spostamenti (il 9 marzo). Queste informazioni fornite dal social network sono state poi «validate» confrontandole con il database sullo stesso argomento dell’Istat. «Il Sud è la zona che in termini relativi ha avuto la contrazione di mobilità più forte  durante il lockdown», sintetizza al telefono Fabio Pammolli, che è anche condirettore — assieme a Giovanni Azzone — dell’unità di ricerca Impact presso il Politecnico di Milano.

Gli esperti hanno notato una riduzione degli spostamenti degli individui del  70%, con differenze territoriali. «In Lombardia e Veneto la diminuzione è stata tra il 5% e il 15% più bassa della media nazionale», calcola Pammolli. «Al contrario, è nelle aree pressoché indenni dal virus, come Abruzzo e Calabria, che  la contrazione è stata più alta, tra il 16 e il 20%».

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Il lockdown e gli spostamenti (Corriere della Sera, 21 giugno 2020)

Gli studiosi sono poi andati a osservare le caratteristiche economiche e sociali territoriali, scoprendo che le località più colpite dal lockdown (cioè con una riduzione degli spostamenti del 10%  maggiore rispetto alla media nazionale) sono anche quelle in cui  i redditi sono più bassi (meno di 18.175 euro) e la disuguaglianza è più alta. Tra i comuni in cui la contrazione della mobilità è stata
più intensa vi sono quelli «che prima del lockdown avevano, anche grazie al peso dei  flussi turistici e delle tasse di soggiorno, una capacità fiscale relativamente elevata — prosegue Pammolli —, cioè  quelli lungo la costa e le aree  montane interne, per un totale di circa 1.500 municipi in cui risiedono circa 9 milioni  di abitanti».

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