Attualità

Il concorso di Polizia in cui l’identità di genere viene indicata come “disturbo mentale”

neXtQuotidiano 12/07/2022

Il bando è stato pubblicato dal Viminale e fa riferimento a un decreto approvato circa 20 anni fa

article-post

L’identità di genere etichettata come un disturbo ed equiparata alla schizofrenia e non solo. Questo è quanto emerge dai requisiti presenti all’interno del bando di concorso pubblicato dal Ministero dell’Interno per la ricerca di 1.381 nuovi agenti di Polizia. Oltre a una serie di caratteristiche fisiche e attitudine mentali, infatti, si parla espressamente di caratteristiche che impediranno al candidato di essere selezionato. E il “disturbo di identità di genere” rientra nel macro-campo delle “imperfezioni e le infermità dell’apparato neuro-psichico”.

Concorso Polizia, l’identità di genere è equiparata a un disturbo

Tutto nasce da una denuncia di un giovane che, scorrendo lungo il bando, si è trovato davanti a quella “tabella” con le caratteristiche e i requisiti che saranno oggetto di valutazione nel concorso Polizia. E lì, tra gli elementi che impediranno l’assunzione, compare l’elenco dei cosiddetti “disturbi mentali”:

“Schizofrenia, disturbi dell’umore attuali o pregressi, disturbi dissociativi attuali o pregressi, disturbi d’ansia attuali o pregressi, disturbi somatoformi, disturbi da tic, disturbi della condotta alimentare attuali o pregressi, disturbi sessuali e disturbi dell’identità di genere attuali o pregressi”.

Il documento è online, pubblicato anche in Gazzetta Ufficiale, e all’articolo 8 possiamo leggere.

Non si tratta di una novità. Perché questa tabella dei cosiddetti requisiti fisici e mentali per la partecipazione a un concorso Polizia esiste da anni. Ne troviamo traccia, per la prima volta, in un decreto emanato proprio dal Viminale nel 2003 e in altri bandi ufficiali (sparsi da Nord a Sud, come nel caso del Friuli Venezia Giulia nel 2009) e in un documento – firmato sempre dal Ministero dell’Interno – del 2020.

Da anni, dunque, l’identità di genere viene considerata un disturbo nei bandi di concorso Polizia. Un disturbo mentale che non permetterebbe il superamento dei test psichici che vanno di pari passo a quelli fisici. E per questo motivo, come riporta il quotidiano La Stampa, è stata inviata un’istanza alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e al Capo della Polizia Lamberto Giannini.

“Non risulta peraltro che il diritto all’identità di genere, espressione di libertà fondamentale, possa essere contemplato come disturbo mentale, alla stregua di schizofrenia, ritardo mentale o disturbi da tic (per fare solo alcuni esempi). Si aggiunga il fatto che la norma in questione richiama l’asserito “disturbo” in questione come ostativo anche se “pregresso””.

Queste le parole dell’avvocato Gian Maria Mosca, il legale al quale si è rivolto il giovane aspirante poliziotto che, leggendo il bando, si è trovato di fronte a quelle discriminazione e quell’equiparazione tra “l’identità di genere” e altri “disturbi mentali”.

(Foto IPP/ACGE/Alfonso Cannavacciuolo)

Potrebbe interessarti anche