Cosa succede in una cerimonia di affiliazione della 'ndrangheta

Nell’operazione che ha portato all’arresto di quaranta presunti affiliati alla ‘ndrangheta su richiesta della Dda di Milano in mattinata, i carabinieri del Ros hanno ripreso in diretta, per la prima volta nella storia della lotta alla criminalità, la cerimonia di conferimento della Santa, il più alto grado di affiliazione ‘ndranghetista. In precedenza era stata solo raccontata da pentiti. I riti della ‘ndrangheta servono per essere ammessi nella società segreta che guida l’organizzazione criminale. I riti sono tramandati oralmente oppure attraverso dei codici, che sono stati rinvenuti negli anni dalle forze dell’ordine e sono serviti a studiare la struttura dell’associazione mafiosa calabrese. A volte sono state ritrovate registrazioni-ricordo su musicassetta o su compact disc.
LA CERIMONIA DI CONFERIMENTO DELLA SANTA
Tra gli arrestati nell’operazione della Dda di Milano contro la ‘ndrangheta, chi riceve la carica della Santa andava incontro a seri pericoli in caso di grave trascuranza o tradimento. «Dovete essere voi a sapere che avete fatto la trascuranza. Vi giudicate voi quale strada dovete seguire», dicono i Santisti in alcune intercettazioni e la punizione poteva arrivare alla costrizione al suicidio. Il giuramento avviene infatti davanti a un’arma o a una pastiglia, che simboleggia la possibilità di darsi la morte per non tradire la Santa e la ‘ndrangheta: «Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!», spiegano, intercettati, i boss. Altrimenti c’è sempre «una pastiglia di cianuro» oppure «vi buttate dalla montagna». Il filmato in cui i carabinieri del Ros hanno ripreso la cerimonia di conferimento della Santa, il più alto grado ‘ndranghetista, nell’operazione che ha portato a 40 arresti su richiesta della Dda di Milano, è stato realizzato durante un incontro conviviale (una delle cosiddette “mangiate”) a cui partecipavano esponenti di tre gruppi mafiosi: il Locale di ‘Ndrangheta di Calolziocorte (Lecco), il Locale di Cermenate e quello di Fino Mornasco (Como). Era durante queste “mangiate” che si stabilivano gli aspetti operativi e venivano conferite le cariche. In una di questa mangiate era presente anche un minorenne, parente di uno degli affiliati.
IL BATTESIMO DI ‘NDRANGHETA
Spiega Calabriaonline:
Le cosche mafiose calabresi sono ampiamente conosciute con il vocabolo ‘ndrina, un’organizzazione locale autonoma, talvolta distinta in maggiore e minore se nello stesso comune ve ne sono due di differente importanza. Anche ‘ndrina è di origine grecanica ed indica la persona dalla schiena dritta, che non si piega mai. Un codice, talvolta scritto e spesso tramandato oralmente, regola la gerarchia degli appartenenti.
Uno degli statuti sequestrati, delle forze dell’ordine, nel corso di una irruzione compiuta durante un rituale d’affiliazione cosi recita:
“L’albero della scienza è diviso in sei parti: il fusto rappresenta il capo di società; il rifusto il contabile e il mastro di giornata; i rami i camorristi di sangue e di sgarro; i ramoscelli i picciotti o puntaioli; i fiori rappresentano i giovani d’onore; le foglie rappresentano la carogne e i traditori della ‘ndrangheta che finiscono per marcire ai piedi dell’albero della scienza”.
L’entrata nella ‘ndrina viene chiamata battesimo, non solo per la solennità dell’avvenimento, ma anche perché chi appartiene all’onorata società vi appartiene per sempre; lo ‘ndranghetista è infatti un uomo con due battesimi.
Lia Staropoli, nel suo libro La Santa Setta, così