Claudio Messora: la prima intervista dopo il licenziamento di Casaleggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-10

L’ex comunicatore europeo a colloquio con La Stampa

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Di Claudio Messora si erano perse le tracce dopo il licenziamento di Casaleggio dallo staff dei comunicatori in Europa a causa dei contrasti con gli europarlamentari. Lui nell’occasione aveva detto di non aver voglia di parlare dell’accaduto e di attendere il Circo Massimo, dove in effetti il discorso di Beppe Grillo sul referendum per uscire dall’euro aveva molti echi dei lavori di Messora per il blog. Oggi Messora torna a farsi intervistare per La Stampa, dopo un post sul blog sull’evoluzione del MoVimento 5 Stelle e una posizione appena più smussata rispetto a quella di Paolo Becchi. Messora parla dei nomi per il Quirinale da far votare ai cinquestelle:

«Prima usciranno i nomi e meglio sarà. Poi si dovrebbero sfruttare gli esiti di questo processo di mediazione per chiedere qualcosa in cambio sulla legge elettorale».
Uno scambio.
«Sì, ma attraverso un processo esplicito, altrimenti diventa il patto del Nazareno. Uno scambio per arrivare alla legge migliore per i cittadini».
E qual è?
«Casaleggio ha sempre pensato che ci si dovesse avvicinare al proporzionale puro, quello più coerente con la democrazia diretta».
Per poi andare al voto?
«Bisogna essere pronti. A Renzi conviene far eleggere il successore di Napolitano, costruirsi un’opposizione di facciata e andare a votare fingendosi dalla parte dei cittadini e non di Juncker».
Chi è il competitor più temibile che vede all’orizzonte? Renzi, Salvini o magari Landini?
«Credo che sia la disillusione».

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