Attualità

Gli arresti a Chorlton per l'attentato di Manchester

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-23

La bomba che è esplosa alla Manchester Arena era fatta in casa e aveva dadi e bulloni. I servizi segreti ritengono di conoscere l’identità dell’attentatore. Tre ipotesi su come il kamikaze sia entrato in possesso del dispositivo. L’ultima è terrorizzante

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La polizia britannica sta effettuando una serie di arresti legati all’attentato di ieri sera a Manchester. Gli arresti sono stati effettuati nelle zone di Chorlton e di Ashton. La polizia, citata dalla Bbc, ha confermato l’arresto del 23enne, che secondo l’emittente è stato bloccato da agenti armati a Chorlton, nei pressi del Morrison store. La polizia ha fermato altre due persone, una a Whalley Range, nell’area metropolitana di Manchester e l’altra a Fallowfield, quartiere a circa 4 chilometri dal centro di Manchester. Qui gli agenti hanno causato una esplosione controllata.
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Gli arresti a Chorlton per l’attentato di Manchester

La BBC riferisce che una residente che ha assistito all’esplosione controllata, Rosemary Ward, ha raccontato che la polizia ha isolato la strada e ha effettuato l’esplosione verso le 11,30. Il responsabile dell’attentato sarebbe cittadino britannico o di origine britannica, secondo la tv pubblica. Nick Yates, graphic designer, ha visto il momento in cui l’uomo ricercato in connessione con l’attentato è stato arrestato dai poliziotti. Una Mercedes nera si è fermata al lato della strada e alcuni poliziotti in borghese ma con cappucci neri si sono avvicinati, scortando un ragazzo in manette, che poi è stato fatto entrare nell’auto.

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La mappa dei fatti di Manchester dopo l’attentato (BBC)


La bomba che è esplosa alla Manchester Arena era fatta in casa e aveva dadi e bulloni. I servizi segreti ritengono di conoscere l’identità dell’attentatore e credono che abbia agito da solo ieri sera. Dominic Casciani della BBC ha spiegato che ci sono tre ipotesi su come il kamikaze sia entrato in possesso del dispositivo esploso nel foyer dopo il concerto di Ariana Grande. Ci sono tre possibilità: qualcuno gliel’ha fornito, lo ha prodotto da sé, ha imparato da sé come costruirlo. Se gli è stato insegnato da qualcun altro, questo potrebbe indicare la collaborazione di qualcuno che aveva esperienza, magari l’ha fatta in Siria o in Irak. Se ha imparato da sé, magari seguendo qualche istruzione ritrovata su internet, questo dimostra quanto sia difficile prevenire attacchi di questo genere. Se invece l’esplosivo gli è stato fornito, questo significa che c’è un bomb-maker a piede libero in Gran Bretagna e che è in grado di fare proselitismo e organizzare attentati senza compromettersi.

La rivendicazione dell’ISIS

Intanto l’ISIS ha rivendicato l’attentato di Manchester ma in assenza di vere connessioni la rivendicazione non ha alcuna credibilità. Nel testo di rivendicazione dell’Isis, secondo la traduzione fornita dal sito che indaga sull’estremismo islamico Siteintelgroup, dopo i tradizionali richiami ad Allah si afferma che l’attentato di Manchester è stato realizzato “per terrorizzare” gli infedeli e “in risposta agli attacchi contro le case dei musulmani”. Il testo prosegue “uno dei soldati del califfato e’ stato in grado di mettere ordigni in occasione di un raduno di ‘crociati’ nella citta’ britannica di Manchester. Egli ha fatto esplodere gli ordigni in un’arena dove si teneva un concerto licenzioso. Il risultatoè stata l’uccisione di circa 30 ‘crociati’ e il ferimento di altri 70. Cio’ che sta per arrivare sara’ ancora piu’ duro e peggiore per gli adoratori della croce e i loro sostenitori, Allah permettendo”.


Intanto un uomo è stato arrestato nel sud di Manchester ma l’arresto non è in connessione con l’attacco terroristico di ieri sera. In un video pubblicato su Twitter si vedono gli istanti successivi all’arresto.

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