Chiara Ugolini è stata “zittita” con uno straccio imbevuto di candeggina in bocca prima di essere uccisa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-08

I dettagli sulla morte di Chiara Ugolini fanno accapponare la pelle: lo straccio intriso di candeggina per zittirla. E l’ipotesi che abbia dovuto ingerirla

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In attesa dell’autopsia emergono i primi dettagli sull’omicidio di Chiara Ugolini, la 27enne uccisa dal vicino di casa Emanuele Impellizzeri a Calmasino di Bardolino nel veronese. Come sempre i dettagli rendono le storie più agghiaccianti. Chiara nella narrazione di tutti era una ragazza dolcissima, lo zio Elio racconta al Corriere della Sera che non è una frase detta tanto per. Lei, laureata, aveva deciso di calarsi totalmente nelle dinamiche familiari del suo fidanzato Daniel. Il ragazzo 28enne con cui aveva deciso di andare a convivere e poi di sposarsi, si attendeva solo che la casa fosse pronta.

Secondo la polizia la ragazza è stata zittita con uno staccio imbevuto di candeggina, è probabile che a causa l’emorragia interna sia stata questo. I due abitavano nello stesso stabile. Una palazzina di tre appartamenti in cui c’erano i ragazzi, l’assassino e un’anziana signora. Daniel l’ha salutata sui social.

 

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“Tu sei e resterai per sempre la mia metà, la parte che mi completa, la mia ragione di vivere”, comincia il post del ragazzo. E poi nei commenti, tantissimi, c’è chi promette che non sarà mai dimenticata “La porteremo sempre in giro per il mondo con noi… promesso ❤️”.

Chiara Ugolini è stata “zittita” con uno straccio imbevuto di candeggina in bocca prima di essere uccisa. La testimonianza del carnefice

L’uomo si sarebbe arrampicato dal primo al secondo piano, po una volta sul balconcino dell’appartamento ha trovato subito la ragazza che secondo le ricostruzioni era solo in pausa pranzo dal lavoro. E’ da chiarire se l’emorragia sia derivante dalla candeggina che potrebbe essere stata costretta ad ingerire e che le avrebbe corroso gli organi o da un colpo, forse un pugno all’addome, inferto dall’uomo forse prima di provare a stuprarla. Quello che è certo è che la ragazza si è difesa. Lei, pallavolista e allenatrice di una squadra di bambini del suo paese, era tutt’altro che una ragazzetta esile. Ha lasciato la sua difesa impressa sul volto del suo assassino, quasi che volesse fugare ogni dubbio su chi fosse il responsabile di un gesto che purtroppo non avrà una spiegazione e soprattutto non darà mai più pace a chi le voleva bene.

“Mi sono arrampicato sul suo balcone, avevo capito che era in casa, la finestra era aperta”, ha raccontato Impellizzeri ai Carabinieri. “Ho avuto un raptus – continua – Le ho solo dato una spinta”. Sulle colonne de Il Corriere lo zio della ragazza ha già emesso la sua sentenza, e si è ripromesso che non tornerà mai sui suoi passi “È un mostro. Uno che le ha messo uno straccio intriso di candeggina in bocca. Non c’è altra definizione per un essere simile. Se fai una cosa del genere non hai nulla di umano – ha detto lo zio – io non perdono. La nostra famiglia non perdona. Io non lo voglio vedere mai più libero”.

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