Così a Torino Appendino continua a fare cassa con gli oneri urbanistici

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-09

Il Comune ha rinunciato alla costruzione di un asilo – che non serviva – e alla ristrutturazione di un edificio da utilizzare come scuola materna e ha preferito incassare 1 milione e 300 mila euro di oneri urbanistici. Ma il Vicesindaco Montanari promette: verranno usati per opere sul territorio.

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Il Comune di Torino guidato dalla sindaca Chiara Appendino sembra prendere le decisioni sull’assetto urbanistico della città e dei servizi ai cittadini con l’ossessione di fare cassa. Almeno questo è quello che traspare dalle recenti decisioni di utilizzare gli oneri urbanistici per finanziare la spesa corrente (contraddicendo quanto promesso in campagna elettorale e quanto richiesto da una mozione del M5S approvata a novembre. A farne le spese questa volta è la Circoscrizione 8 San Salvario che si è vista togliere un milione e trecento mila euro di oneri di compensazione che avrebbero dovuti essere destinati ad un asilo nido.
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L’asilo non si fa più e il Comune incassa 1 milione e 300 mila euro

Come molte cose a Torino anche quella della riqualificazione dell’ex-Isvor è un’operazione che viene da lontano e della quale i 5 Stelle possono “incolpare” le precedenti amministrazioni. Era il 2010 quando il Comune (all’epoca guidato da Sergio Chiamparino) siglò con la società Zero Cinque Trading, controllata dal gruppo Gefim, un accordo per la realizzazione di un’operazione immobiliare sull’area dove sorgeva l’ex-Isvor e che aveva visto nascere i capannoni della prima fabbrica della Fiat e che successivamente era stata la sede della scuola aziendale per la formazione dei quadri della casa automobilistica torinese.
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Nel 2010 il Comune aveva concesso un permesso di costruzione convenzionato che prevedeva la costruzione, in un’area indicata dal Comune e dalla Circoscrizione, di un asilo nido per un importo pari a 1 milione e 300 mila euro. Con il passare degli anni però Comune e Circoscrizione si rendono conto che un nuovo asilo nido sarebbe superfluo e sottoutilizzato e che invece la zona necessita di scuole materne e medie, per questo motivo viene individuato uno stabile di proprietà del Comune da ristrutturare utilizzando proprio quel milione di euro che la Zero Cinque Trading aveva versato come oneri di compensazione. L’accordo viene raggiunto a dicembre, quindi quando già si era insediata la nuova amministrazione a 5 Stelle (che nel 2013 aveva presentato un’interrogazione sullo stato della Convenzione con la società di costruzioni).

La nuova delibera

Con una recente delibera, datata sette marzo, però il Comune cambia di nuovo idea e decide di incassare gli oneri di urbanizzazione chiedendoli alla Gefim invece che chiedere i lavori di ristrutturazione dello stabile da destinare a scuola materna. L’asilo ormai non serve più e per la scuola materna non c’è un progetto. Di fatto però così i soldi “vengono tolti” alla Circoscrizione, ovvero al territorio e finiscono nel calderone del bilancio comunale per di più senza vincoli relativi al loro utilizzo. Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8 denuncia che così il Comune si prende i soldi e non dà nulla in cambio alla zona.
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Il vicesindaco Montanari invece ritorna a suonare il solito refrain di scuse e spiega «Non abbiamo potuto deliberare un atto che destinasse gli 1,3 milioni all’asilo perché non c’è ancora un progetto definito» promettendo – come aveva già fatto a novembre 2016 quando si decise di cassare il progetto del nido – che in ogni caso quei soldi verranno sicuramente utilizzati per un progetto da porre in essere nella Circoscrizione. Il 13 marzo Montanari sarà presente alla riunione del consiglio di Circoscrizione proprio per rassicurare la cittadinanza, nel frattempo però manca l’atto con il quale il Comune si impegna a destinare i soldi alla Circoscrizione 8. Non che faccia molta differenza visto gli ultimi impegni presi e disattesi dalla Giunta Appendino.

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