Chi è la volontaria del vaccino COVID-19 allo Spallanzani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-25

«Ho voluto fare questa scelta perché devo andare all’estero per lavoro, nel Golfo Persico», avrebbe confidato a chi l’ha incontrata nel corso delle preselezioni a cui hanno partecipato 7000 candidati, il 63% donne. «Credo nella scienza italiana. Spero che questo mio gesto serva»

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È una donna la volontaria a cui è stata somministrata la prima dose del vaccino contro COVID-19 all’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dove sette mesi fa un team di ricercatrici, tutto al femminile, aveva isolato la sequenza del Coronavirus Sars-CoV-2. Lei è romana, ha 50 anni ed è la prima dei 90 volontari selezionati dall’Inmi su oltre 7 mila candidature arrivate, dopo aver ricevuto la dose di GradCoV2, vaccino realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica ReiThera di Castel Romano. È stata tenuta in osservazione nel reparto e
controllata ogni 4 ore da un’équipe dedicata. Non ha manifestato nessuna reazione avversa e nel primo pomeriggio è tornata a casa. Racconta Il Fatto:

“Sono emozionata e orgogliosa, spero di poter essere utile”, le parole della signora riportate all’esterno della struttura dal direttore sanitario, Francesco Vaia. Che al termine delle quattro ore di osservazione a cui la donna è stata sottoposta ha spiegato: la signora “sta molto bene”e ora “verrà richiamata per essere poi osservata nel corso di 12 settimane. Mercoledì sarà la volta dei prossimi due volontari e a seguire gli altri nelle successive 24 settimane.

Dopodiché, inizierà la seconda fase che non si terrà in Italia ma probabilmente in America Latina perché in Italia non c’è il numero di malati necessario per condurre la sperimentazione, mentre lì il virus è in crescita”. Una seconda fase “per la quale ci stiamo già preparando”, ha proseguito Giuseppe Ippolito, direttore  scientifico dell’Inmi. Ma “giocare sui tempi non è utile – è l’avvertimento, e il pensiero corre all ’annuncio del 12 agosto diffuso urbi et orbi dalla Russia –. L’Italia entra da protagonista nella guerra dei vaccini. È una guerra non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere i Paesi in un sistema di parità, senza essere schiavi di altri Stati”.

Repubblica spiega:

«Ho voluto fare questa scelta perché devo andare all’estero per lavoro, nel Golfo Persico», avrebbe confidato a chi l’ha incontrata nel corso delle preselezioni a cui hanno partecipato 7000 candidati, il 63% donne. «Credo nella scienza italiana. Spero che questo mio gesto serva», ha aggiunto la volontaria ieri dopo aver ricevuto tramite iniezione intramuscolare la dose di vaccino e iniziato quindi l’iter che la porterà nei prossimi mesi a sottoporsi a una serie di controlli periodici che serviranno ai ricercatori per verificare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, e a studiare eventuali effetti collaterali

Leggi anche: «È stata inoculata la prima dose di vaccino contro COVID-19 allo Spallanzani»

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