Che cos’è la sedazione palliativa profonda

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-13

Secondo il Comitato nazionale di bioetica il termine corretto per identificare la procedura, sottoposta a condizioni e requisiti precisi, è «sedazione palliativa profonda continua»

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Ieri è morto Giovanni Custodero, il calciatore 27enne di Fasano (Brindisi) malato di sarcoma osseo, che qualche giorno fa aveva annunciato su Facebook di voler ricorrere alla sedazione profonda per lenire il dolore procuratogli dalla malattia. Il Corriere della Sera oggi spiega in una serie di domande e risposte che cos’è la sedazione palliativa profonda e come funziona:

Che cos’è la sedazione palliativa profonda?
È un atto medico che ha l’obiettivo di alleviare la sofferenza, fisica e psichica, nella fase terminale della vita quando la malattia è incurabile e il paziente ha sintomi refrattaria i farmaci comuni. Proposta dal medico o dal malato e accettata con un consenso informato, consiste nella somministrazione di benzodiazepine e morfina che hanno la capacità di addormentare. L’effetto è di accelerare la morte di qualche ora. Secondo il Comitato nazionale di bioetica il termine corretto per identificare la procedura, sottoposta a condizioni e requisiti precisi, è «sedazione palliativa profonda continua».

sedazione palliativa profonda

Qual è la differenza tra sedazione profonda e eutanasia?
La sedazione non è in alcun modo equiparabile all’eutanasia perché la prima è un atto volto ad alleviare le sofferenza, la seconda è un atto finalizzato alla morte. Anche i farmaci utilizzati sono diversi così come è diverso l’esito dei due procedimenti. Nella sedazione il paziente viene avviato, sperdendo la coscienza, verso la morte naturale che subentrerebbe comunque in breve tempo.  Nell’eutanasia invece la morte sopraggiunge immediatamente.

Cosa prevedono le nostre leggi?
Accettato da sempre dall’etica cattolica, il ricorso alla sedazione profonda è previsto dalla legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, DAT, entrata in vigore il 31 gennaio 2018. Anche il codice deontologico dei medici nella versione del 2014 indica la sedazione come attività consentita «in coerenza e nel rispetto dei precetti deontologici e della dignità del morente».

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