L'aggressione delle poliziotte con il machete a Charleroi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-07

L’aggressore è morto in ospedale. Le due poliziotte non sono in pericolo di vita ma hanno riportato gravi ferite

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Due poliziotte sono state ferite a colpi di machete ieri pomeriggio nel centro di Charleroi, in Belgio. Un individuo sarebbe penetrato all’interno di una zona protetta gridando “Allahu Akbar”, e avrebbe ferito due agenti di polizia, una delle quali in modo grave. L’aggressore è stato successivamente ferito da un terzo agente presente sul luogo ed è morto in ospedale. Lo riferisce il sito dell’emittente RTBF.

L’aggressione delle poliziotte con il machete a Charleroi

L’autore dell’attacco con machete a due agenti di polizia a Charleroi, in Belgio, è morto in ospedale, dov’era stato ricoverato per la ferita d’arma da fuoco riportata durante l’aggressione. Negli ultimi mesi il Belgio è stato già teatro di attacchi terroristici. Il 22 marzo tre esplosioni hanno colpito Bruxelles. Le prime due si sono verificate poco prima delle 8 all’interno dell’aeroporto della capitale belga, Zaventem. Poco dopo le nove c’è stata la terza deflagrazione nella stazione del metrò di Maelbeek, vicino alle sedi delle istituzioni dell’Ue. Provenivano dal Belgio anche gli attentatori che venerdì 13 novembre 2015 hanno compiuto attacchi in 6 luoghi di Parigi. Sono morte 130 persone e ferite oltre 350. L’aggressore, che gridava «Allah Akbar» ha ferito due poliziotte. È stato colpito da una terza agente ed è morto poi in ospedale. Le due donne non sono in pericolo di vita. Corinne e Hakima, le due poliziotte, sono state immediatamente portate per un intervento chirurgico che, spiega un’infermiera, avrà «conseguenze estetiche: pesanti, anche, per una delle due, ma per fortuna — anche se parlare di fortuna sembra assurdo — solo estetiche».
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Convocato d’urgenza dal ministro dell’Interno l’Ocam, l’organo antiterrorismo, si è riunito subito dopo per valutare le nuove informazioni e fare il punto sull’allerta che, dagli attentati di marzo, resta comunque a livello 3 su 4. Fino a ieri, la cittadina di Charleroi, rispetto all’asse a nord di Bruxelles (tra la capitale e Anversa) era ritenuta nonostante il passaggio di Salah un centro dove il fondamentalismo islamico era contenuto. Quanto accaduto ieri in pieno centro ha fatto alzare il livello di allarme in tutta la regione della Vallonia. Il terrorista è morto durante un intervento chirurgico. “Non sappiamo ancora se si tratti dell’azione di un lupo solitario”, ha detto il ministro dell’Interro Jan Jambon, che via Twitter ha condannato l’atto “ignobile”. Al momento sembra probabile che l’episodio si aggiunga alla lista dei casi simili registrati in questi mesi: dalla coppia di poliziotti francesi uccisi da un terrorista affiliato dell’Is a Magnanville, vicino a Parigi il 13 giugno, all’attacco sul treno tedesco a Wurzburg. Lupi solitari, terroristi improvvisati, che si legano alla jihad spesso casualmente.

Chi è l’aggressore delle due poliziotte a Charleroi

L’algerino che ieri ha attaccato a colpi di machete due poliziotte a Charleroi viveva in Belgio dal 2012, ma era un immigrato illegale. Lo riportano diversi media belgi spiegando che non si trovava in un centro di detenzione a causa della mancanza di posti. La priorità era stata data agli illegali che avevano commesso reati gravi. Il suo Paese d’origine, l’Algeria, non aveva accettato di riprenderlo. La conferma è arrivata anche dal ministero dell’immigrazione belga: l’algerino di 33 anni “era in soggiorno illegale in Belgio e non ha rispettato due ordini a lasciare il territorio”, rende noto un comunicato del gabinetto del segretario di Stato all’asilo e alla migrazione, Theo Francken. L’ISIS intanto ha rivendicato l’attacco.  Secondo l’organo di propaganda dell’organizzazione jihadista, il “soldato dell’Isis” che ha sferrato l’attacco a Charleroi nei confronti delle due agenti di polizia, ha “risposto agli appelli per colpire i cittadini dei paesi che fanno parte della coalizione dei crociati”. L’algerino, le cui iniziali sono K.B., aveva infranto la legge per reati comuni non per terrorismo. Non rimase in carcere nel 2012 per mancanza di posti. La priorità fu data agli irregolari che commisero crimini piu’ gravi. L’Algeria non accettò il rimpatrio dal Belgio. Per Francken “e’ stato raggiunto un buon accordo per i rimpatri di criminali con il Marocco. I rimpatri verso l’Algeria restano problematici”. Sempre ‘Le Soir’ scrive che le due poliziotte ferite a Charleroi sono attualmente in una situazione di coma farmacologico. L’aggressore fu colpito due volte da Hakima, la prima poliziotta aggredita.

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