Centemero (Lega), Bonifazi (Italia Viva) e De Vito (Forza Italia) rinviati a giudizio per “finanziamento illecito”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-24

A giudizio anche l’imprenditore Luca Parnasi. Il filone d’inchiesta è partito dalle indagini sullo Stadio della Roma (società non coinvolta) e si è allargato ai finanziamenti ai politici da parte del costruttore

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Tutte le strade portano a Roma. Ma, in questo caso giudiziario, sono partite dallo Stadio della Roma. Il gup della capitale, Annalisa Marzano, ha rinviato a giudizio 13 persone indagate – a vario titolo – per finanziamento illecito all’interno dell’inchiesta che prendeva spunto dalla costruzione (mai avvenuta) del nuovo impianto dei giallorossi. Tra di loro ci sono anche politici di spicco: dal deputato leghista Giulio Centemero, all’ex tesoriere del PD – ora passato a Italia Viva – Francesco Bonifazi. Il 21 dicembre, giorno della prima udienza a piazzale Clodio, dovranno presentarsi (sempre per rispondere della stessa accusa) anche l’ex presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito (ora in Forza Italia) e l’imprenditore Luca Parnasi.

Stadio della Roma, rinviati a giudizio Centemro, Bonifazi e De Vito

Tutto è partito dallo Stadio della Roma, mai realizzato (non per questa inchiesta, ma per altre vicissitudini che hanno visto come protagonisti il Comune di Roma – e le sue resistenze iniziali sull’area di Tor di Valle – e l’ex presidente giallorosso James Pallotta). Da lì, secondo l’impianto accusatorio, sarebbe stato scoperchiato un sistema di finanziamenti illeciti alla politica da parte di Luca Parnasi, l’imprenditore e costruttore capitolino che avrebbe dovuto realizzare l’impianto della società giallorossa.

Secondo quanto emerso dalla prima fase di questo filone d’indagine, il leghista Centemero è stato accusato di finanziamento illecito: si parla – e il processo dovrà chiarire la veridicità di questa ricostruzione – di circa 25omila euro erogati da Pentapigna (società di Parnasi) versati in due tranche (tra il 2015 e il 2016) all’associazione “Più Voci” di cui il deputato del Carroccio era il Presidente. E, insieme all’imprenditore, al parlamentare è contestato anche il reato di autoriciclaggio: una parte di quei soldi, infatti, sarebbe stata trasferita a “Radio Padania”.

Rinviato a giudizio anche Francesco Bonifazi, all’epoca delle contestazioni era tesoriere del PD (ora, invece, è passato con Matteo Renzi). A lui è contestato (oltre al finanziamento illecito) anche l’emissione di fatture false per operazioni che, in realtà, non sarebbero mai avvenute. La Procura di Roma parla di circa 150mila euro ricevuti dalla “Fondazione Eyu”, di l’adesso esponente di Italia Viva era presidente.

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