Celiachia: i celiaci in Italia sono un milione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-09-28

L’età media in cui si manifesta la celiachia sta salendo e stanno cambiando anche le modalità cliniche con cui si presenta: i pazienti con segni classici come la diarrea sono pochi

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Non più circa 600 mila ma quasi un milione. Tante sarebbero le persone che, nel nostro Paese, soffrono di celiachia. Ma tra queste soltanto 200mila hanno una diagnosi e dunque ne sono consapevoli. È quanto emerge da uno studio italiano che per la prima volta, dopo 20 anni dalle stime di riferimento, registra un aumento della prevalenza della celiachia, che passa così dall’1% della popolazione a quasi il 2%. Ne discutono i massimi esperti internazionali riuniti oggi a Milano, al convegno scientifico ‘The future of celiac disease’, in occasione del 40° anniversario dell’Associazione italiana celiachia (Aic).

Celiachia: i celiaci in Italia sono un milione

La ricerca, recentemente pubblicata su Clinical Gatroenterology and Hepatology, è stata condotta su 4.500 bambini di aree metropolitane ed ha evidenziato che alla base dell’incremento dei casi potrebbero esserci cause ambientali non ancora individuate. Ma l’aumento – rilevano i ricercatori – pone la necessità di migliorare le diagnosi che oggi arrivano in media oltre 6 anni dopo i primi sintomi. Per questo, anche per scovare i ‘pazienti camaleonte’ con sintomi insoliti – come afte ricorrenti in bocca, orticaria, anemia irregolarità mestruali – gli esperti riuniti a Milano propongono test del sangue mirati. Almeno su pazienti ricoverati in reparti come ginecologia, pediatria, medicina interna per individuare prima possibile i casi con sintomi sfuggenti.

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“Fino a poco tempo fa ritenevamo che la prevalenza di celiachia fosse in aumento solo per la nostra migliore capacità diagnostica, ora il nuovo studio mostra un incremento sostanziale dei casi”, spiega Marco Silano, coordinatore board scientifico Aic e direttore reparto alimentazione, nutrizione e salute, dell’Istituto superiore Sanità. “La rapidità dell’aumento – continua Silano – fa pensare che a causarla siano fattori ambientali: sono al vaglio ipotesi come le infezioni virali, non solo intestinali, o l’uso dell’enzima transglutaminasi nei cibi pronti al consumo. Oppure ancora l’uso di antibiotici nella prima infanzia, la quantità di glutine nello svezzamento o un microbioma che favorisca la patologia. Inoltre, l’età media in cui si manifesta la celiachia sta salendo e stanno cambiando anche le modalità cliniche con cui si presenta: i pazienti con segni classici come la diarrea sono pochi, occorre perciò cambiare approccio e cercare i celiaci in tutte quelle categorie di pazienti che per esempio presentano sintomi di osteoporosi, anemia, turbe della fertilità, colon irritabile”.

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