C’è il sospetto che i freni alla funivia del Mottarone siano stati disattivati anche in passato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-28

Emerge un dubbio: la pratica di disattivare i freni di emergenza alla funivia del Mottarone è stata usata anche in passato?

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Mentre ancora si cerca di capire il motivo per cui si è spezzata la fune che sorreggeva la cabina della funivia al Mottarone precipitata causando la morte di 14 persone emerge un dubbio: la pratica di disattivare i freni di emergenza è stata usata anche in passato?

C’è il sospetto che i freni alla funivia del Mottarone siano stati disattivati anche in passato

La “condotta sconsiderata” di Luigi Nerini gestore della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini caposervizio responsabile dell’impianto ed Enrico Pericchio ingegnere e consulente esterno tutti in stato di fermo in carcere a Verbania, “ha determinato” la morte di 14 persone e lesioni gravissime di un bambino di 5 anni che “comporteranno in caso di accertato riconoscimento della relativa responsabilità penale l’irrogazione di una elevatissima sanzione detentiva”. Si tratta du uno dei passaggi del decreto di fermo emesso dalla procura di Verbania che indaga sulla tragedia del Mottarone. Il provvedimento di fermo si basa sul pericolo di fuga, possibilità che la procura ritiene possibile “in considerazione dell’eccezionale clamore anche internazionale per la sua intrinseca drammaticità, che diverrà sicuramente ancora più accentuato al disvelarsi delle cause del disastro”. Per gli inquirenti, dunque, la decisione di far aprire le porte del carcere si rende necessario perché “sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi elle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate”, si spiega nel fermo di indiziato di delitto. La Stampa scrive che dalle ultime risultanze avanza un dubbio: la pratica di disattivare i freni di emergenza è stata usata anche in passato?

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foto IPP/CNSA – Precipita una cabina della funivia Stresa – Mottarone – Nella foto il punto dell’impatto a terra

 Se la Procura con le prime ammissioni ha già ricostruito che così avveniva dal 26 aprile, si scaverà per chiarire un altro sospetto: che fosse già accaduto in precedenza, negli anni, quando anomalie al sistema di emergenza rischiavano di bloccare troppo a lungo l’impianto. Disattivare il freno era la soluzione più semplice e veloce. E meno costosa. L’ipotesi si è fatta strada alla vigilia del primo sopralluogo, ieri pomeriggio, dell’esperto nominato dalla Procura di Verbania. Il docente del Politecnico di Torino Giorgio Chiandussi non ha voluto perdere tempo: subito sul luogo della tragedia, poi alla stazione intermedia della funivia, quindi al Mottarone, di nuovo giù negli uffici della società e ancora a vedere quella carcassa di lamiera rimasta tra le piante

Intanto si terranno sabato, a partire dalle 9, le udienze di convalida davanti al gip di Verbania che dovrà esprimersi sul fermo emesso dalla procura nei confronti di Luigi Nerini gestore dell’impianto della funivia, Gabriele Tadini caposervizio responsabile dell’impianto ed Enrico Perocchio direttore di esercizio accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e omissioni di cautele in relazione all’incidente in cui hanno perso la vita 14 persone. Ieri pomeriggio il procuratore capo Olimpia Bossi ha depositato la richiesta di convalida.

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