Caro Renzi, ma possibile che sia sempre tutta “colpa degli altri”?

di Lorenzo Tosa

Pubblicato il 2021-10-29

Da uno che vola in Arabia Saudita a baciare la pantofola di Bin Salman l’ultima cosa che si può sentire sono lezioni sui diritti civili a chi – nel bene o nel male – ha combattuto per una legge di civiltà

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Ok, ammettiamo che sia vero. Ammettiamo (e non concediamo) la puerile versione secondo cui Italia Viva è stata leale e coerente e la colpa del naufragio del Ddl Zan sia tutta di Pd e 5 Stelle. Sorvoliamo per un attimo su quel piccolissimo particolare dell’identità di genere, come se fosse un capriccio di Zan e Letta e non il cuore stesso della legge, che tocca sul vivo la pelle e affonda nella carne di milioni di donne e uomini. Ma, caro Matteo, gentile “senatore semplice” – come tanto ti è caro chiamarti – con tutte queste ragioni, tutti questi capolavori politici inesausti che ti auto-attribuisci, com’è possibile che tu esca sempre – SEMPRE – puntualmente mediaticamente sconfitto, con due noccioline e mezzo nei sondaggi, senza che nessuno fuori dalla torre eburnea in cui ti sei asserragliato colga la vastità della tua visione e la coerenza delle tue battaglie civili? Possibile che tu sia comunicativamente così scadente e impreparato da non riuscire mai – MAI – a far passare le tue ragioni e finire sempre tra i colpevoli.

Perché le cose sono tre: o siamo di fronte a un gigantesco complotto nazionale (e sei troppo intelligente per crederlo) o sei il peggior comunicatore esistente su piazza (e, in quel caso, è un problema non emendabile per un leader politico) oppure, più banalmente, hai perso ormai il contatto con la realtà, con il Paese, con le persone, offuscato da un pugno di servi sciocchi che non sanno dirti dei no e fermarti quando è il caso, ubriacato da un manipolo (a dire il vero sempre più esiguo) di seguaci fideisti e invasati che hanno confuso la politica con la gradinata di uno stadio e una legge sui diritti con una partita di calcio.

Ed è un vero peccato perché – per quanto sia consapevolmente solo in questo giudizio – continuo a ritenere che tu sia meglio di uno che, nel giorno del voto di coscienza più importante degli ultimi anni, voli in Arabia Saudita a baciare la pantofola di un tale che considera donne e omosessuali creature inferiori, meglio della goffa e provinciale caricatura machiavellica di cui ci tieni ad ammantarti, sicuramente meglio di come ti sei voluto mostrare al Paese negli ultimi due anni. Non so se tu sia ancora in tempo per un sussulto di dignità, ma il Paese il tempo lo ha finito da un pezzo. E le meravigliose piazze di ieri ce lo hanno urlato ad alta voce.

 

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