La storia della carne brasiliana avariata

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-03-26

Ventuno stabilimenti di trasformazione e tre fra le principali imprese agro-alimentari del Paese sono finite nel mirino dopo che la polizia federale ha svelato un’imponente rete di mazzette e scambio di favori. Le bistecche avariate partivano per l’Europa e per la Cina

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L’«Operação Carne Fraca» (carne debole) ha portato all’arresto di 28 persone e alla sospensione di 33 funzionari governativi. Nel mirino 21 stabilimenti di trasformazione della carne (bovina e di pollame) e alcune tra le principali imprese agroalimentari del Paese, in particolare negli Stati di Paraná e Minas Gerais. Il Brasile prevede perdite economiche per 1,5 miliardi di dollari, essendo il maggior esportatore di carne bovina e di pollami al mondo (150 Paesi la importano). Il settore rappresenta il 7,2% delle esportazioni nazionali

La carne brasiliana avariata

Il ministro dell’Agricoltura brasiliano, Blairo Maggi, ha annunciato di aver sospeso temporaneamente la licenza di esportare per le 21 fabbriche coinvolte nello scandalo della carne avariata. La misura era stata sollecitata, tra l’altro, dall’Unione europea. Il ministro ha sottolineato che il freno alla carne brasiliana da parte del mercato internazionale sarebbe un “disastro”. “La comunità europea – ha aggiunto Maggi – oltre ad essere il nostro secondo canale di importazione è anche il nostro biglietto da visita”. All’inizio della settimana la Commissione europea ha chiesto e ottenuto dalle autorità brasiliane il ritiro a tempo indeterminato della licenza di esportare verso l’Ue a quattro aziende locali, su un totale di 21 coinvolte nello scandalo della carne avariata.

carne brasiliana avariata
L’export di carne brasiliana (Corriere della Sera, 26 marzo 2017)

L’ennesimo scandalo di corruzione e malgoverno ha colpito uno dei settori più importanti del paese. Racconta oggi il Corriere della Sera:

Ventuno stabilimenti di trasformazione e tre fra le principali imprese agro-alimentari del Paese sono finite nel mirino dopo che la polizia federale ha svelato un’imponente rete di mazzette e scambio di favori: nelle loro celle frigorifere languivano quarti e tagli di bue, salsicce e pollame vario pronti a partire per i mercati dell’Asia e dell’Europa in condizioni non proprio perfette. La carne è risultata infetta, avariata, addizionata con sostanze sospette per coprirne il degrado o gonfiata con l’acqua per farla pesare di più. Gli ispettori sanitari del ministero dell’Agricoltura, che avrebbero dovuto controllarne la qualità, davano invece il via libera in cambio di pingue bustarelle.

Operação Carne Fraca 1 carne brasiliana

C’è chi assicura che il peggio debba ancora venire. Il funzionario Daniel Gouveia Teixeira, che ha sollevato per primo il caso tre anni fa, sostiene che gli inquirenti del caso «Carne debole» hanno divulgato meno dell’1 per cento delle informazioni raccolte finora: «Lo scandalo è enorme. L’interferenza dei politici ha prodotto negli anni il licenziamento degli investigatori rigorosi, sostituiti da altri più condiscendenti». Il ministro dell’Agricoltura, Blairo Maggi, invita a non fare di tutta un’erba un fascio: «La produzione brasiliana è sana, le persone coinvolte nella rete di corruzione saranno processate». Omette, però, un dato importante: tra i 28 arrestati, ci sono diversi funzionari governativi, alcuni appartenenti al Partito del presidente Temer. Gran parte delle mazzette, trapela da fonti giudiziarie, finivano proprio nelle casse dei partiti.

L’agrobusiness del Brasile

In una nota, Coldiretti ha sottolineato che la vicenda costituisce “un rischio per i cittadini europei sul quale occorre fare immediatamente chiarezza per non mettere a rischio la salute dei consumatori”. Per l’organizzazione agricola, è necessario che “l’Unione Europea blocchi l’importazione di carne dal Brasile, in attesa che vengano garanzie sull’esclusione, dalla lista degli esportatori, delle aziende coinvolte nello scandalo”. Anche Cina, Corea del Sud e, da ultimo, Cile hanno nel frattempo deciso di bloccare temporaneamente le importazioni. Lo scandalo coinvolge circa 30 aziende del settore, tra cui i colossi JBS, proprietaria dei marchi Friboi e Seara, e BRF, titolare dei marchi Sadia e Perdigao. Il presidente del Brasile, Michel Temer, ha intanto annunciato la creazione di una task-force per monitorare gli stabilimenti sotto accusa. Secondo gli inquirenti – che la scorsa settimana hanno eseguito oltre 300 mandati, tra cui 38 arresti – ispettori del ministero dell’Agricoltura sarebbero coinvolti nello schema fraudolento, che faceva ottenere le licenze attraverso controlli irregolari delle celle frigo.
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Le indagini hanno inoltre scoperto l’uso di carni già degradate, poi contraffatte attraverso l’acido ascorbico, e persino l’imballaggio di prodotti scaduti. Contro il boicottaggio della carne locale ha voluto subito prendere posizione lo stesso Temer, che per tranquillizzare i consumatori nazionali e stranieri sulla qualità del prodotto ieri sera ha anche cenato in una ‘churrascaria’ di Brasilia insieme ad alcuni ministri del suo governo e ad una ventina di ambasciatori dei principali paesi importatori di carne verde-oro. Il presidente, che ha poi pubblicato sui social una sua foto mentre veniva servito dai camerieri del ristorante, e’ stato bersaglio di numerose critiche ed ironie sul web. Tra i commenti più maliziosi quello secondo il quale il capo di Stato avrebbe scelto un locale specializzato nel servire carne importata da Australia, Argentina e Uruguay. Particolare smentito dal gerente del bistrot, secondo cui Temer e i suoi ospiti hanno invece mangiato carne rigorosamente nazionale. “L’agribusiness è importantissimo per il Brasile e non può essere svalorizzato da un piccolo nucleo”, ha ribadito oggi il presidente della Repubblica.

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