Cosa vuole fare Zuppi per cambiare la lotta alla pedofilia nella Chiesa Cattolica

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-27

La Cei, della quale il cardinale Matteo Maria Zuppi è diventato presidente lo scorso 24 maggio, ha approvato un documento contenente “cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”

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Potenziamento della rete dei “centri di ascolto”, analisi sui dati di delitti presunti o accertati, in generale una maggiore attenzione al fenomeno della pedofilia: l’assemblea generale della Cei ha approvato il primo importante documento dell’era Zuppi, il neo presidente dei vescovi italiani. Nel testo si delineano “cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”. Ad oggi i centri di ascolto per le segnalazioni coprono il 70% delle diocesi italiane, ma è un dato che Zuppi punta ad aumentare. Inoltre la comunità dei vescovi ha deciso di “attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni”, oltre che vagliare tutti i casi “perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Cosa vuole fare Zuppi per cambiare la lotta alla pedofilia nella Chiesa Cattolica

Il primo report arriverà entro il 18 novembre. Sono anni che tramite diverse associazioni le vittime di pedofilia nella Chiesa chiedono l’apertura di un’indagine indipendente sugli abusi, sul modello francese o tedesco. La Cei approfondirà “in collaborazione” con istituti terzi “che garantiranno profili scientifici e morali di alto livello”. L’obiettivo del provvedimento è quello di “migliorare le misure di prevenzione e contrasto, di accompagnare con più consapevolezza le vittime e i sopravvissuti e di affinare i criteri per altre ricerche”. Dal momento che saranno resi pubblici, contribuiranno a dare un segnale di maggiore trasparenza. “Le Chiese che sono in Italia – spiegano i Vescovi – hanno accolto così l’invito rivolto da Papa Francesco alla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che ha chiesto ‘un rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili’. Quello che scaturirà sarà un monitoraggio permanente dei dati, via via raccolti, e dell’efficacia delle attività messe in campo”.

 

(immagine di copertina: Italy Photo Press)

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