Cannabis, referendum ostaggio della burocrazia: presidio a oltranza davanti il Parlamento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-28

E’ in stallo il quesito referendario sulla cannabis, il governo centrale in attesa delle firme raccolte dai comuni

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La facilità con cui il Paese ha scelto è stata quasi disarmante. E’ forse per questo che la politica ci ha messo del suo per fare si che il popolo non vedesse rispettata la propria volontà, espressa per la prima volta in maniera completamente digitale. Davanti il Parlamento ha preso vita una mobilitazione non violenta per chiedere ai comuni di trasferire al governo centrale i registri con le firme raccolte, l’ostacolo che al momento blocca la formalizzazione del quesito referendario.

“Aderisco convintamente alla mobilitazione nonviolenta di sciopero della fame e oggi sarò al presidio ‘Giù le mani dal referendum!’ che si terrà davanti a Montecitorio”, commenta Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani. “Come Radicali, tra i promotori del referendum cannabis, chiediamo rispetto per i diritti democratici di oltre mezzo milione di cittadini che hanno firmato per il referendum e che ora rischiano di vederlo sfumare a causa della difficoltà dei comuni di inviare i certificati elettorali nei termini di legge”.

Cannabis, referendum ostaggio della burocrazia: presidio a oltranza davanti il Parlamento

La protesta è cominciata intorno alle 18 di oggi e non si placherà fin quando non saranno consegnati i registri. Sarebbe interessante sul tema interrogare il Ministro della Pubblica amministrazione che da tempo parla di digitalizzazione della Pa. Processo al momento non ancora cominciato.

Negli scorsi giorni Marco Cappato aveva gridato al complotto, chiedendo un intervento al governo. Ora ci si aspetta una forte inversione di rotta per evitare che la voce del paese non sia ascoltata in maniera così evidente.

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