Attualità
Il pasticciaccio brutto del canile della Muratella
Giovanni Drogo 30/09/2015
L’associazione che per vent’anni ha avuto in mano la gestione dei tre canili romani contesta i risultati del bando che ha affidato le strutture ad una società pugliese. Di mezzo ci sono gli stipendi di 100 dipendenti e dei dirigenti dell’Associazione che riceveva finanziamenti per quattro milioni di euro
Le associazioni animaliste denunciano un nuovo scandalo capitolino, questa volta si tratterebbe della gestione dei canili municipale di Roma. Ad aggiudicarsi il bando-ponte per tutti e tre i canili romani è la Mapia Srl una società multiservizi pugliese che avrà in gestione per tutto il 2016 (quando verrà indetto il bando europeo) i canili della Vitinia Ex Poverello, della Muratella e di Ponte Marconi ex Cinodromo gestiti attualmente dalla onlus Avcpp. È stata aperta una petizione su Change.org per chiedere al sindaco Marino di rivedere l’assegnazione della gestione delle strutture municipali ad una ditta accusata, in Puglia, di gestire dei veri e propri canili lager.
Canile Muratella OCCUPATOOOOOOOO!!
Posted by Canile Muratella-Roma on Monday, 28 September 2015
La protesta e l’occupazione delle strutture
Come racconta Rory Cappelli su Repubblica a sollevare qualche dubbio sulla condotta della Mapia Srl – che si occupa di smaltimento di ogni tipo di rifiuto, servizi di derattizzazione e disinfestazione, manutenzione del verde, servizi di pulizie, gestione di canili, e gestione di stabulari per animali da laboratorio – non sono solo i soliti animalisti, ma anche i lavoratori dei canili. I lavoratori della Avcpp dopo aver appreso la notizia dell’assegnazione alla Mapia (che ha vinto con un ribasso del 10% su un budget ridotto dal Comune del 60% rispetto agli anni passati) nei giorni scorsi hanno lanciato l’allarme dicendo che «100 lavoratori su 126 saranno licenziati. Stiamo valutando se occupare la nostra struttura e non uscire più finché non si trova una soluzione». La Avcpp ha presentato un ricorso per segnalare alcune irregolarità della proposta della Mapia Srl. Sotto accusa, come si legge nella petizione su Change.org:
le cifre non congrue per il benessere animale e per pagare i servizi professionalizzati richiesti in gara; mancata presenza di “un importo fisso e non suscettibile di ribassi per le spese per la sicurezza; clausola di salvaguardia degli operatori non reale; canili messi a gara non dotati di autorizzazioni sanitarie e dove non è chiaro chi dovrà pagare le cure sanitarie degli animali e in quali luoghi queste cure dovranno essere espletate, assenza del punto di primo soccorso gatti – unico in tutta Roma che ha ricoverato curato e fatto adottare 7000 gatti feriti e malati in 10 anni.
Oltr al canile della Muratella, occupato nei giorni scorsi i lavoratori hanno istituito oggi un presidio all’ingresso del canile che si trova all’ex cinodromo di Lungo Dante Tevere 500: «Non stiamo facendo entrare il Comune con i nuovi affidatari la ditta di Bari Mapia. Il Comune vuole privatizzare e cacciare il lavoratori del canile ex cinodromo. Non un passo indietro»
Grazie a Francesco Vedovati per questo. Fatevi una foto e postatela sul vostro account instagram e Facebook . In…
Posted by Tea Falco on Sunday, 27 September 2015
La mobilitazione del mondo dello spettacolo
Nel frattempo a sostegno della campagna dei volontari dei canili sono scese in campo molti personaggi della televisione, del cinema e del mondo dello spettacolo romano. Che hanno iniziato a farsi foto al grido di #iostoconglianimali e #noprivatineicanilidiroma. Come spiega Tea Falco nel suo post su Facebook:
La privatizzazione del servizio significherebbe “imprenditoria pura” sulla pelle degli animali: ogni animale diventa un oggetto di reddito e l’assegnazione al vincitore comporterebbe lo smantellamento di tutti i servizi poiché la cifra destinata è meno di ¼ rispetto all’attuale, cifra che non garantirebbe nessun servizio al di fuori della pulizia gabbie, somministrazione cibo e acqua. Gli attuali 110 operatori che da oltre 15 anni si sono dedicati con grande professionalità e passione agli animali dei canili verranno tutti licenziati.
Grazie alla mobilitazione di queste ultime settimane di lavoratori, lavoratrici, volontari, animalisti e cittadini, l’assegnazione al vincitore è rimandata solo di pochi giorni ma quello che si chiede a gran voce è:
– Che gli animali di Roma non diventino un business come nella maggior parte dei casi in Italia;
– Continuità di tutti i servizi e del lavoro quotidiano di tutti i lavoratori e lavoratrici per gli oltre 1000 cani e gatti gestiti ogni giorno nelle 3 strutture comunali;
– Che la gara venga immediatamente ritirata;
– Che si prepari una gara europea con una cifra congrua che possa mantenere il livello attuale qualitativo dei servizi e del benessere degli animali;
E sono in molti i testimonial dei canili romani, basta farsi un giro sulla pagina Facebook del canile della Muratella
Chi sono quelli dell’Associazione volontari canili di Porta Portese
A guidare la lotta contro la Mapia srl sono i dipendenti della Onlus Avcpp che è nata come un’associazione di volontari nel 1994 ma che dal 1997 ha ottenuto la gestione dei tre canili municipali di Roma. Non sono quindi dipendenti pubblici, e si capisce che l’urlo di battaglia “fuori i privati dai canili” è quanto meno pretestuoso. Anche tenendo in considerazione quello che è emerso lo scorso anno proprio sulla Avcpp. Secondo quanto riporta un articolo del Tempo del dicembre scorso. Apprendiamo così che i quadri dell’associazione arrivavano a guadagnare fino a 5.052,18 euro al mese e che lo stipendio più basso è di «1.022 euro per un impegno di tre giorni su sette e 12 ore settimanali». L’Avcpp avrebbe ottenuto la gestione di tutti i canili per affidamento diretto e non per bando durante l’Amministrazione Veltroni con una convenzione da 335mila euro mensili, per un totale di 4 milioni di euro all’anno. Il Tempo ha anche fatto i conti in tasca ai “volontari” dei canili, scoprendo che il grosso del denaro versato dal Comune nelle casse dell’Avcpp finiva nelle tasche dei dipendenti dell’associazione e solo una minima parte era destinata alla gestione pratica delle strutture e all’acquisto di cibo per gli animali:
Attualmente, fonti comunali, Avcpp si occupa della cura di circa 650 cani, poco più di 500 a Muratella, 90 a Ponte Marconi e 60 a Vitinia: considerando una spesa di 4,50 euro al giorno per ogni animale, somma che per esempio viene riconosciuta agli altri privati convenzionati con l’amministrazione, il totale si fermerebbe a 87mila euro al mese, circa un quarto di quanto invece continua ad essere ela argito ad Avcpp, 335mila euro mensili in regime di affidamento diretto di cui – è scritto nero su bianco – i dipendenti si «mangiano» la fetta più grossa, almeno 250mila euro considerando uno stipendio medio di 2.500, all’anno più di 3 milioni.
Sbilanciamento certificato, ricordiamo, nei rendiconti della onlus, che annotavano appena 296mila euro all’anno per l’acquisto di cibo o 8mila 800 euro per le spese promozionali a favore delle adozioni.
La difesa di Avcpp è che i 4 milioni di euro l’anno sono serviti a fornire un servizio efficace da parte di personale preparato, cosa che non sarà così invece possibile con il nuovo bando (e c’è da chiedersi l’entità dell’offerta di Avcpp)
Ed in fondo si capisce come mai Simona Novi (ex-Presidente di Avcpp) sia così sconvolta dalla mossa della giunta Marino: la Novi infatti era una di coloro che hanno fortemente sostenuto Marino, come si desume da questo scambio con un’altra associazione animalista dove viene denunciata la vicinanza della Novi con Monica Cirinnà ex consigliera comunale a Roma. Naturalmente invece che fare una riflessione sui costi (riuscirebbe l’Avcpp a gestire il servizio anche con il taglio del 60% applicato dal Comune?) l’associazione preferisce buttarla in caciara e far sapere che la Mapia Srl gestisce anche degli stabulari (quello dell’Università di Bari) suggerendo non troppo implicitamente che quindi sono dei vivisettori.