Cambia l’M5s, non avrà più un capo politico: da Rousseau l’ok al direttorio a cinque

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-17

E ora qualcuno spera che l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte possa entrare a farne parte.

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In origine fu Beppe Grillo. Poi Luigi di Maio, e da poco più di un anno e ad interim Vito Crimi. Tre capi politici in quasi 12 anni, da quando nel 2009 il comico decise di fondare il partito dopo che la sua candidatura alla segreteria del Pd era stata stoppata. Oggi, però, cambia tutto. Perché Crimi (semmai avesse mai veramente preso la leadership del partito), sarà l’ultimo capo politico dell’M5s. Come mai? Perché 11mila iscritti alla piattaforma Rousseau hanno parlato, e hanno deciso che non c’è più bisogno di un numero 1, ma che ci sia necessità di averne 5, che formino un direttorio e rappresentino il Movimento di Grillo e Casaleggio (padre). Dopo circa 12 anni cambia quindi lo statuto dell’M5s, registrando però un flop sul numero dei votanti: nelle 24 ore tra ieri alle 12 e oggi alla stessa ora, hanno espresso la loro preferenza circa 1 su 10 degli aventi diritto. E, con l’80 per cento dei voti favorevoli, hanno preferito un organo collegiale.

Il quesito chiave per stravolgere lo Statuto dell’M5s sulla piattaforma Rousseau, e a cui il 79.5% dei votanti ha detto “sì” (9.499 voti), e il 20.5% ha detto “no”(2.448 voti), era questo il secondo di sei:

Secondo quesito: “Sei d’accordo alle seguenti modifiche dell’art.7 e conseguenti: Alla introduzione di un Comitato direttivo composto da 5 membri, che duri 3 anni, al cui interno, a rotazione annuale, è individuato chi svolgerà le funzioni di rappresentante legale, le cui deliberazioni siano a maggioranza dei membri? (conseguentemente ovunque ricorrano le parole “Capo politico” siano sostituite da “Comitato direttivo” ovvero “Comitato direttivo o un membro dello stesso”).

Chi entrerà nel direttorio? L’ipotesi Conte

E ovviamente è già partito il totonomi, con molti che sperano che a entrare nel direttorio dell’M5s possa essere proprio l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Anche se per ora rimane solo una speranza dei più affezionati. Per il resto si inizia parlare di candidature e dalla base fanno sapere che un requisito indispensabile per candidarsi sia l’essere in regola con le rendicontazioni indicate sul sito tirendiconto.it. Lista dei papabili: la sindaca di Roma Virginia Raggi ha già espresso la sua volontà a candidarsi. Poi Dino Giarrrusso e Giuseppe Brescia. Tra gli scettici del governo Draghi che per non vorrebbero lasciare il Movimento, qualcuno fa i nomi di Nicola Morra e Barbara Lezzi.

 

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