Burioni spiega come funziona il vaccino contro COVID-19 di Pfizer

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-16

Roberto Burioni in poco più di sette minuti a Che tempo che fa ha spiegato in maniera semplice come funziona il vaccino contro il Coronavirus di Pfizer e BioNTech  e per quale motivo è stato possibile crearlo in maniera così veloce

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Roberto Burioni in poco più di sette minuti a Che tempo che fa ha spiegato in maniera semplice come funziona il vaccino contro il Coronavirus di Pfizer e BioNTech  e per quale motivo è stato possibile crearlo in maniera così veloce. L’idea è stata quella di bypassare il passaggio che prevede la creazione delle proteine S che poi vengono iniettate con il vaccino per invece inoculare solo l’RNA messaggero con le istruzioni che portano alla costruzione della proteina: “Questa è la più grande impresa che la scienza e l’uomo ha fatto nella sua storia, se sarà coronata dal successo. So da colleghi statunitensi che stanno programmando vaccinazioni dei sanitari dal 15 dicembre. Se mi aveste chiesto un anno fa se era possibile fare quello che è stato fatto in 11 mesi avrei detto mai. In passato ci voluti più di 12 anni”. E ancora: ”Dobbiamo essere cauti, essere certi della sicurezza, ma è un immenso respiro di sollievo, una luce in fondo al tunnel che fino a ieri era nero”


 

Come funziona il vaccino Pfizer

Il vaccino anti Covid sviluppato dalle aziende Pfizer e BioNTech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata anche da altre due grandi aziende in corsa: la tedesca Curevac e l’americana Moderna, che nella ricerca sul vaccino contro la pandemia collabora con l’Ente statunitense di ricerca sulle malattie infettive, il Niaid diretto da Anthony Fauci, e con con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi). Tutti e tre i vaccini stanno affrontando la terza e ultima fase della sperimentazione clinica e tutti e tre sono vaccini a Rna. Vaccini di questo tipo utilizzano la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Utilizzare l’Rna messaggero (mRna) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale. L’obiettivo è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario. Nel caso del virus responsabile della pandemia la proteina è la Spike, l’artiglio molecolare utilizzato per agganciare le cellule sane e invaderle. Per trasportare le istruzioni per indurre le cellule a produrre la proteina Spike vengono utilizzate minuscole navette. La proteina Spike è stata una delle prime a essere individuata, è ben nota e si è osservato che il sistema immunitario umano è in grado di riconoscerla. Non appena questo avviene, le difese dell’organismo stimolano la produzione di cellule B, che producono anticorpi, e di cellule T, specializzate nel distruggere le cellule infette. Commentando i dati sul vaccino di Pfizer e BioNTech, il direttore del Niaid, l’immunologo Anthony Fauci, ha definito i risultati “molto buoni”. “Mostrano – ha osservato – che la nuova tecnologia utilizzata, basata sull’ impiego dell’Rna messaggero funziona nell’indurre la risposta immunitaria”. Poiché la tecnologia è la stessa alla base del vaccino anti-Covid di Moderna, per Fauci la speranza è che a breve “potremo forse avere due vaccini”. Entrambe le sperimentazioni, così come quella della Curevac, si trovano infatti nella terza e ultima fase della sperimentazione: dopo i test preclinici, condotti in laboratorio, ogni vaccino e ogni farmaco vengono sperimentati sull’uomo in tre fasi. La fase 1, condotta su un piccolo numero di volontari sani, deve dare risposte sulla sicurezza; la 2 su un numero più vasto di persone, deve dare le prime risposte sugli effetti e la 3, su numeri molto grandi, deve dare le risposte sull’efficacia

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