Sei bufale su Ebola, più una

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-10-02

Vox ci mostra come intorno ad Ebola si stia facendo della cattiva informazione individuando sei hoax che rischiano di aiutare a diffondere il panico. La settima invece diffonde solo il razzismo più becero.

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Ieri Vox ha pubblicato un articolo in cui debunka sei bufale in circolazione su Ebola. Per fare chiarezza, per fare della corretta informazione e per non scatenare il panico, visto che proprio nei giorni scorsi è stata confermata la notizia del primo caso di Ebola su suolo americano. Perché quello che sta accadendo in Africa è sì la peggiore epidemia di questa malattia (si stima abbia infettato più di 6.500 persone e ne abbia uccise quasi 3.000) ma non c’è motivo di diffondere notizie false.
 
BUFALA NUMERO UNO: NON È POSSIBILE FERMARE L’EPIDEMIA
Falso. In passato ci sono state registrate 33 epidemie di Ebola, tutte sono state fermate con successo, anche se con meno vittime di quella attuale.

Morti per Ebola nelle precedenti epidemie (fonte: vox.com)
Morti per Ebola nelle precedenti epidemie (fonte: vox.com)

La procedura è sempre la stessa e consiste nell’isolare le persone contagiate, trovare tutti coloro che sono entrati in contatto con il malato e tenere in isolamento i pazienti fino a che non sono fuori pericolo. Il problema di questa attuale epidemia sta nel fatto che i sanitari non sono riusciti a fermare la malattia prima che si diffondesse su così vasta scala, in una regione molto povera e priva della maggior parte delle strutture necessarie per porre in atto il contenimento dei pazienti. A causa della combinazione di questi fattori, la lotta contro Ebola sarà dura e sarà lunga, sostengono alcuni scienziati, probabilmente nell’ordine dei 12-18 mesi prima che le cose rientrino nella normalità, ma questo non significa che il contagio sia ormai inarrestabile.
 
BUFALA NUMERO DUE: DI EBOLA NON SI GUARISCE
Falso. Il caso della guarigione del medico americano Kent Brantly è probabilmente il più famoso, ma non l’unico e non è certo dovuto ad un miracolo. Durante l’attuale epidemia metà dei contagiati sono sopravvissuti e nei casi precedenti l’indice di sopravvivenza era del 20%. Grazie alle cure adeguate è possibile guarire; il problema semmai è come riuscire a fornire le cure adeguate nell’Africa occidentale. Non c’è una cura specifica per l’Ebola, le terapie comprendono in genere: infusione di liquidi per endovena per prevenire la disidratazione e la somministrazione di antibiotici per prevenire l’insorgere di altre infezioni. E per quanto riguarda le terapie sperimentali? Sono appunto sperimentali ed è ancora presto per dire se funzionano o meno.
 
BUFALA NUMERO TRE: I PAZIENTI SONO SEMPRE SOGGETTI AD EMORRAGIE ESTERNE
Falso. Le perdite di sangue sono uno dei sintomi caratteristici con cui si presenta Ebola, ma non si presentano sempre a tutti, soprattutto negli stadi iniziali della malattia. Uno dei problemi principali è il fatto che all’inizio i sintomi non sono assolutamente rivelatori. È per questo, ad esempio, che in Africa il virus ha avuto modo di diffondersi in modo così ampio: all’inizio i medici avevano misinterpretato i sintomi non riconoscendo Ebola. Inoltre, non sono le emorragie ad uccidere i pazienti ma il collasso degli organi interni (fegato, reni e anche il sistema nervoso centrale).
 
BUFALA NUMERO QUATTRO: IL VIRUS SI TRASMETTE PER VIA AEREA
Falso. In realtà il virus si trasmette per contatto con i fluidi di chi è contagiato o di chi è morto. Certo, è possibile la trasmissione di Ebola se un paziente starnutisce vicino a voi, ma questo avviene perché si viene a contatto con i liquidi espulsi non perché si respira la stessa aria del malato stando nella stessa stanza. E non è nemmeno probabile che il virus cambi il modo con cui si trasmette diventando capace di trasmettersi per via aerea.
 
BUFALA NUMERO CINQUE: È FACILE AMMALARSI DI EBOLA
Falso. Secondo quanto riporta Vox, è più facile ammalarsi di Ebola che di Morbillo (soprattutto per chi sceglie di non vaccinarsi credendo ad altre bufale). Per ammalarsi di Ebola è necessario entrare in contatto con i fluidi di un malato. Chi è in fase di incubazione non è infetto. Isolando i pazienti è possibile quindi contenere il propagarsi dell’infezione e fermare l’epidemia.
 
BUFALA NUMERO SEI: EBOLA È LA MALATTIA PIÙ PERICOLOSA DEL MONDO
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Principali cause di morte in Africa (fonte: Vox.com)

Falso. Guardiamo il grafico: Ebola non è nemmeno tra le prime venti cause di morte in Africa. Al primo posto c’è, ad esempio, una malattia che per molti italiani nemmeno esiste: l’AIDS/HIV. Il che non significa dire che Ebola non sia una malattia mortale: tra le malattie infettive è una tra quelle con il più alto tasso di mortalità. Secondo Vox, nella peggiore delle ipotesi (stando alle proiezioni del CDC) entro il 2015 Ebola potrebbe uccidere 700.000 persone, contagiandone un milione e quattrocentomila.
 
BUFALA NUMERO SETTE: GLI IMMIGRATI PORTANO L’EBOLA SUI BARCONI
C’è infine una settima bufala, tutta orgogliosamente made in Italy: quella secondo la quale gli immigrati che arrivano sulle nostre coste oltre al loro carico di disperazione portano anche l’Ebola. Questi falsi allarmi sono stati denunciati da Medici Senza Frontiere che riguardo ad Ebola e gli immigrati ha detto:

Non è mai stato diagnosticato un caso in Italia  L’approdo di questa malattia con i migranti che sbarcano sulle coste siciliane è più che remoto. Il virus Ebola è molto letale e nella maggior parte dei casi provoca malattia sintomatica e poi morte nell’arco di pochi giorni dall’infezione. Questo vanifica la possibilità che una persona infettata si avventuri verso l’Europa in un viaggio che generalmente dura diversi mesi. E questo è anche un tempo troppo lungo perché una febbre emorragica virale possa ‘sopravvivere’ fino ad arrivare a noi.

Nel dubbio consigliamo a Beppe di fare questo semplice test:

Il «quiz» per Ebola di Vox
Il «quiz» per Ebola di Vox

Leggi sull’argomento: Ebola in Italia, tra falsi allarmi e veri razzismi

Foto copertina: The Independent

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