Ebola e l'Italia, tra falsi allarmi e veri razzismi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-08-31

Come si trasmette, quali paesi ha colpito, che rischi ci sono e in che modo si possono superare: tutto quello che c’è da sapere sul virus, sui pericoli, sulle bufale che girano in rete. E sul siero sperimentale Zmapp che ha dato una speranza ai malati

article-post

Prima di tutto un po’ di storia. L’Ebola è un virus della famiglia delle Filoviridae, E causa una febbre emorragica mortale per l’uomo. Il suo tasso di mortalità è attualmente del 60%, la malattia provoca sanguinamento dagli occhi, orecchie, bocca e nel retto e un’eruzione cutanea che porta a una morte rapida. Finora il virus Ebola ha colpito quattro paesi: Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria. Il virus ha ucciso 1400 dei 2615 malati nell’intera regione, ma in Liberia, il Paese più colpito, l’estensione dell’epidemia potrebbe essere molto più grave, secondo il direttore del Centro federale americano di controllo e prevenzione delle malattie, Tom Frieden: «Il mondo non ha mai visto nulla di simile. Di conseguenza non solo il bilancio è molto elevato ma noi sappiamo che ci sono molti più casi di quelli diagnosticati». «La situazione sta peggiorando», ha concluso Frieden, che si trova in missione in Liberia. Finora ha infettato 2400 persone, di cui 1300 sono morte, secondo i dati della World Health Organization. Ebola è più ostile all’uomo di ogni altro virus conosciuto sulla terra a parte l’Hiv, ha scritto David Quammen sul New York Times.
 
EBOLA, L’EPIDEMIA NEL MONDO[pullquote]Ebola si trasmette attraverso il contatto con sangue, secrezioni o altri fluidi biologici[/pullquote]
Le segnalazioni del virus negli anni si sono anche rarefatte, portando agli studiosi la convinzione che Ebola continua costantemente a circolare nelle specie animali – i pipistrelli (insieme a piccoli roditori e toporagni) sembrano essere portatori sani del ceppo, le scimmie finiscono spesso infettate – e da lì arrivano agli uomini attraverso il contatto con il sangue (forse attraverso l’ingestione di cibo crudo). Di solito un focolaio scoppiato si esaurisce in diversi mesi, dopodiché si ritorna a a una fase di sonno. Il virus è scomparso dalle segnalazioni della WHO tra 2005 e 2006. L’epidemia corrente è stata segnalata per la prima volta verso la fine del 2013.  La prima comparsa di Ebola si registra nel 1976: in questi due grafici tratti dai numeri della WHO ed elaborati rispettivamente da Bloomberg e da Vox.com possiamo scoprire in quali anni e in quali luoghi sono arrivate le prime epidemie:


La febbre emorragica si trasmette attraverso il contatto con sangue, secrezioni o altri fluidi biologici, tessuti e organi di pazienti infettati viventi o deceduti. L’incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni (in media 5-7 giorni), a cui seguono manifestazioni cliniche come febbre, debolezza profonda, cefalea. I fenomeni emorragici, sia cutanei sia viscerali, compaiono in genere al sesto, settimo giorno. Si tratta di sanguinamenti prevalentemente a carico del tratto gastrointestinale e dell’apparato respiratorio. Il virus Ebola viene disattivato attraverso la cottura. In una scheda pubblicata sul suo sito, l’Organizzazione mondiale della sanità elargisce prima informazioni di carattere generale, poi sulla trasmissione e i cibi. Spiega che l’infezione è trasmessa attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei e tessuti di animali o persone infette, e che durante un’epidemia, le persone più a rischio di contagio sono gli operatori sanitari, i familiari e chi è stato a stretto contatto con malati e persone decedute. Appropriate misure di controllo e prevenzione dell’infezione possono essere adottate per fermare la trasmissione, oltre a cure di supporto per aiutare a ridurre la mortalità. La diffusione dell’infezione può essere controllata anche con l’uso delle misure di protezione raccomandate nelle cliniche e negli ospedali, nelle assemblee di comunità e durante le cerimonie di sepoltura o a casa. Nelle passate epidemie la fonte iniziale di contagio è stata probabilmente il contatto umano con animali selvatici attraverso caccia, macellazione o preparazione della loro carne infetta, con successiva trasmissione da uomo a uomo. In quest’ultima epidemia tuttavia, la maggior parte dei casi è il risultato di una trasmissione da uomo a uomo. Per quanto riguarda i cibi, le misure igieniche di base (come lavarsi regolarmente le mani, cambiarsi abiti e stivali prima e dopo aver toccato questi animali e i loro organi) possono prevenire l’infezione degli uomini che hanno contatti diretti con animali infetti, carne cruda e suoi sottoprodotti.
 
EBOLAVIRUS: I TASSI DI MORTALITÀ[pullquote]Si muore in un tempo che va dai 6 ai 16 giorni[/pullquote]
Spiega ancora Vox.com che ci sono cinque ceppi riconosciuti del virus Ebola, di cui tre mortali. L’epidemia di oggi è imputata allo Zaire Ebolavirus, che ha una percentuale di mortalità del 79%, i suoi “parenti stretti – il Sudan Ebolavirus e il Bundibugyo Ebolavirus – hanno rates più modesti (rispettivamente 53% e 27%).
Ebola: i diversi ceppi del virus e la relativa mortalità (Vox.com)
Ebola: i diversi ceppi del virus e la relativa mortalità (Vox.com)

Secondo altre statistiche lo Zaire Ebolavirus avrebbe percentuali di mortalità intorno al 90%. Il sanguinamento dagli occhi è un sintomo specifico, anche se non appare così frequentemente. Si muore in un tempo che va dai 6 ai 16 giorni. Durante l’incubazione non ci sono segni di infezione; questi compaiono insieme alla malattia. La modalità di trasmissione è uno dei pochi vantaggi nella guerra alla malattia: proprio perché il contatto con i fluidi può essere evitato, la quarantena serve di solito a isolare l’epidemia e a spegnere il focolaio, anche se questo non salva i malati. Importante sottolineare che le possibilità di uno scoppio di un focolaio in un paese occidentale sono attualmente molto bassi.
 
EBOLA E IL SIERO ZMAP[pullquote]Zmapp è prodotto negli Stati Uniti dall’azienda di biotecnologie Mapp Biopharmaceutical[/pullquote]
Il siero sperimentato sui due americani malati di Ebola, guariti e dimessi dall’ospedale Emory di Atlanta, si chiama ZMapp ed è prodotto negli Stati Uniti dall’azienda di biotecnologie Mapp Biopharmaceutical. Il composto – secondo varie fonti – è un ‘anticorpo monoclonale di tre topi’: per crearlo alcuni topolini da laboratorio sarebbero stati esposti a frammenti del virus dell’Ebola. Gi anticorpi formatisi in risposta nell’organismo dei ratti sono stati successivamente ‘raccolti’ per mettere a punto la medicina. Il funzionamento del siero consiste nel prevenire l’ingresso del virus della febbre emorragica in nuove cellule dell’organismo e quindi a impedire la diffusione dell’infezione nel corpo. Il virus dell’Ebola causa la febbre emorragica colpendo organi multipli e causando emorragie interne. Prima della inoculazione del medico Kent Brantly, di 33 anni, e dell’infermiera Nancy Writebol, 59 anni, il siero era stato usato su scimmie a 24 ed a 48 ore dalla loro infezione con l’Ebola. Su Brantly il ritrovato è stato iniettato dopo 9 giorni dal contagio, ed il risultato secondo alcune fonti è stato subito “miracoloso”.
ebola italia epidemia
I sintomi dell’Ebola (OMS)

ZMapp non è stato ancora approvato per uso su persone, ma è stato reso disponibile negli Usa ai due missionari contagiati in Liberia sulla base del cosiddetto “Atto compassionevole” della Food and drug Administration, un provvedimento che permette in casi eccezionali l’accesso a farmaci sperimentali al di fuori di test clinici. Anche se i dirigenti dell’Emory University Hospital hanno detto di non essere sicuri del ruolo risolutivo dello ZMapp nella guarigione dei due americani, la cura nei giorni scorsi è stata somministrata anche a tre medici liberiani che avevano contratto il virus curando i pazienti in Liberia e che, secondo il ministro dell’Informazione liberiano, Lewis Brown, «stanno meglio». Anche il missionario spagnolo Miguel Pajares sarebbe stato trattato con lo ZMapp in Spagna ma l’uomo, che aveva 75 anni ed era fortemente indebolito dalla malattia, è morto due giorni dopo l’annuncio dell’inizio del trattamento. Le Nazioni Unite hanno sbloccato 1,5 milioni di dollari di aiuti destinati alla lotta contro l’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, e la somma potrebbe essere presto raddoppiata. L’Unicef ha già messo a disposizione delle autorità congolesi 200mila dollari: il Programma per lo Sviluppo dell’Onu ha chiesto lo stanziamento di una somma analoga. Il governo di Kinshasa ha stimato in circa 4,5 milioni di dollari (di cui due milioni necessari immediatamente) i bisogni finanziari per la lotta contro l’epidemia, che ha causato al momento 13 morti.
 
EBOLA, I CASI IN EUROPA E LA PREVENZIONE IN ITALIA[pullquote]In Italia il sistema di allerta è attivo in tutto il Paese[/pullquote]
I tre paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia del virus di Ebola sono sempre più isolati, dopo che anche le ultime compagnie aeree ancora presenti hanno deciso di sospendere i voli da e per quella regione. La risposta internazionale a questa epidemia è «pericolosamente inadeguata», ha ammonito la coordinatrice per l’emergenza di Medici senza Frontiere. «L’epidemia di Ebola è incontrollabile da diversi mesi, ma la comunità sanitaria internazionale ha impiegato troppo tempo a reagire», ha scritto Anja Wolz sul New England Journal of Medicine. A Barcellona è stato rilevato un possibile caso di Ebola su un uomo di 38 anni, ricoverato nella notte del 27 agosto per accertamenti nell’ospedale Clinic. Il paziente – secondo quanto hanno reso noto le autorità sanitarie catalane – era in cura presso l’ospedale Vall d’Hebron, e adesso si trova in una stanza di isolamento per le malattie infettive Clinic, secondo quanto prevede il protocollo per ogni caso sospetto. I campioni di sangue del paziente stati inviati al Centro nazionale di microbiologia Majadahonda (Madrid); i risultati sono attesi entro le prossime 48 ore. Questo è il secondo allarme di Ebola rilevato a Barcellona, dopo quello di venerdì scorso relativo a un diplomatico senegalese di 36 anni i cui esami, però, hanno poi dato risultato negativo.
Il virus Ebola al microscopio
Il virus Ebola al microscopio

Il 12 agosto scorso era morto in un ospedale di Madrid il missionario spagnolo Miguel Pajares (75) che aveva contratto in Liberia il virus dell’Ebola e che da tre giorni era sottoposto al trattamento sperimentale “ZMapp”. In Italia il sistema di allerta è attivo in tutto il Paese. Le Regioni hanno tutte rispettato le indicazioni della circolare ministeriale del 13 agosto per affrontare l’emergenza Ebola, afferma l’assessore alla Sanità del Veneto e coordinatore della commissione Sanità delle Regioni, Luca Coletto che sottolinea come in linea con i dettami ministeriali «sono stati rafforzati i controlli su tutti gli scali e tutte le strutture sono state allertate». Anche in Liguria è stata allertata la rete di prevenzione del rischio per l’Ebola. Il documento sul virus e la sorveglianza che deve essere attivata, elaborato dal settore prevenzione del dipartimento salute della Regione Liguria, con la partecipazione dei clinici delle discipline interessate. Per questo sono state studiate misure di controllo per tutti coloro che hanno soggiornato in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Congo nei 21 giorni precedenti o per coloro che hanno avuto un contatto casuale con un probabile (o confermato) malato oppure un contatto stretto con un caso probabile o confermato. È previsto l’invio a domicilio di informazioni sui segni e sintomi a cui prestare attenzione nei 21 giorni successivi al rientro e i medici consultati dovranno segnalare i soggetti all’Asl di competenza e al centro di coordinamento della rete infettivologica regionale. In questo modo si formera’ un database con classificazione di eventuali casi e le informazioni anagrafiche.
 
TUTTE LE BUFALE SU EBOLA[pullquote]Ebola ha tutti gli ingredienti per scatenare bufale e teorie complottistiche[/pullquote]
Un caso a parte sono le tante bufale che circolano in questi giorni sul virus. Persino l’agenzia di stampa Ansa se ne è occupata, ricordando il vario campionario di frescacce:

Un virus per cui non c’è cura o vaccino, che emerge misteriosamente e deturpa il corpo in maniera orribile prima di uccidere il 90% dei pazienti. Ebola ha tutti gli ingredienti per scatenare bufale e teorie complottiste, come rilevato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il question time alla Camera, e infatti in rete c’è un vero campionario di notizie allarmistiche errate. Un primo caso di Ebola sarebbe stato occultato a Lampedusa addirittura già dallo scorso aprile, affermano diversi blog e profili su Facebook, ma anche in questo caso una ‘consegna del silenzio’ tra i media ufficiali ne ha impedito la diffusione.

Come spesso accade in questi casi si mescolano notizie vere con esagerazioni. C’è il caso ad esempio dei preparativi in Germania per accogliere un paziente, poi morto prima del trasferimento, la cui notizia è rimbalzata in Italia diventando però ‘il primo caso tedesco’. La teoria più fantasiosa è però quella di un blog secondo cui i casi italiani non sarebbero di Ebola ma di ‘morgellons’, un fantomatico agente batterico spruzzato dagli aerei. «E’ risaputo – scrive il blog – che i paesi meno sviluppati vengono utilizzati come laboratori a cielo aperto, e ci chiediamo se non è in atto la sperimentazione di un ceppo di morgellons più aggressivo». I complottisti italiani seguono la scia di quelli statunitensi, i quali in gran parte affermano che Ebola è una creazione dell’esercito che è sfuggita di mano ai creatori o è stata deliberatamente liberata in Africa. Secondo Len Horowitz, noto teorico della cospirazione, Ebola e Hiv sarebbero stati ‘ordinati’ da Henry Kissinger e dal Nuovo Ordine Mondiale, mentre c’è chi arriva ad affermare che sia un virus alieno sotto il controllo della Cia e dell’Nsa. Poi ci sono i cospirazionisti di tipo politico, che usano Ebola per diffondere razzismo. Un campionario delle foto condivise in questi giorni su Facebook a proposito di Ebola:


Nei giorni scorsi Butac ha riportato e confutato uno dei tanti articoli pieni di bufale su Ebola in Italia:

Ma, infingardamente, nell’articolo vengono inserite un paio di frasi che ben poco centrano con il tutto:

Molti dei clandestini sui barconi che l’operazione Mare Nostrum ‘raccatta’, vengono dalla Guinea o da paesi limitrofi.
Pensare che da noi i clandestini da quelle zone, dai barconi li mettono direttamente negli hotels, fa venire i brividi.

Primo, che cazzo centra tutto ciò. Secondo, se dici così significa che non sai nulla sull’ebola.
L’ebola, come già detto prima, è un virus bastardo assai. Alcuni ceppi, hanno una mortalità del 90%, e la morte sopraggiunge, mediamente, dopo 1/2 settimane dall’insorgenza dei sintomi. Ma, diciamo, l’ebola è un virus che va di fretta. Il periodo di incubazione può variare fra i 2 e i 21 giorni, ma di norma varia tra i 5 e i 10 giorni. Ciò vuol dire che, nel migliore dei casi, dal momento in cui si contrae il virus al momento in cui si schiatta possono passare al massimo 5 settimane.

Prima o poi Ebola verrà debellato. Per il razzismo, invece, ci sono poche speranze di cura.

Potrebbe interessarti anche