Cultura e scienze

Il senso di Bruno Vespa per Mussolini “grande giornalista” (e di sinistra)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-13

È quasi Natale, Bruno Vespa deve promuovere il suo ultimo libro e lo fa col botto. Ieri sera da Floris ha detto che il Duce è stato un grande giornalista e che sotto sotto è sempre stato di sinistra. E alla fine oggi tutti parlano del nuovo libro di Vespa

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Quante verità sul #fascismo sta dicendo Bruno Vespa a Di Martedi: onore per il coraggio e l’onestà intellettuale, a scriverlo ieri su Twitter è stato Caio Giulio Cesare Mussolini, già candidato alle europee con Fratelli d’Italia e soprattutto pronipote di Benito Mussolini.

Bruno Vespa e il Fascismo buono (e di sinistra)

Su La 7 nel frattempo c’era Bruno Vespa. Questo infatti è il periodo dell’anno in cui il giornalista della RAI se ne va in giro per i programmai televisivi a fare promozione della sua ultima fatica letteraria. Una tradizione natalizia che rischia seriamente di soppiantare il presepe. Quest’anno il libro di Vespa si intitola Perché l’Italia diventò fascista (e perchè il fascismo non può tornare). Non è il primo libro che parte dal Duce per spiegare la politica italiana attuale; nel 2012 Vespa aveva dato alle stampe Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo, due anni fa invece era stata la volta di Soli al comando Da Stalin a Renzi, da Mussolini a Berlusconi, da Hitler a Grillo. Storia, amori, errori. Ma si può dire che in molti dei libri di Vespa Mussolini in un modo o nell’altro ci entri dentro.

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Che cosa ha detto di così entusiasmante ieri Bruno Vespa da Giovanni Floris? Ad esempio che «Mussolini è stato un grande giornalista». Ora è vero che prima di intraprendere la carriera da dittatore Mussolini è stato socialista e un giornalista e direttore del quotidiano socialista Avanti! ma ricordare Mussolini come grande giornalista è un po’ come sentire la necessità di ribadire che Hitler è stato anche un discreto (o mediocre) pittore di acquerelli. Diciamo che non è esattamente quella la cifra distintiva né del creatore del Fascimo né di quello del Nazismo. E se vogliamo possiamo pur dire che Mussolini è stato un padre amorevole o un tenero amante (su quest’ultima in realtà avrei dei dubbi) ma in fondo pure Hitler era un amante degli animali, poi tanto male non deve essere stato come persona (se si esclude il dettaglio di mandare a morte milioni di persone). Ma evidentemente Vespa sente il bisogno (chissà se per calcolo di ritorno pubblicitario o perché ci crede davvero) di aggiungere anche questa alla voce delle tante cose buone (oggi si chiamerebbero fake news) lasciateci dal Duce. Il fatto che il pronipote del Duce si esalti per una frase del genere la dice lunga su come stanno messi a destra. Ma a noi interessa invece la posizione di Vespa.

Perché non si riesce a fare i conti con il Fascismo?

Perché Vespa di fatto sta facendo un’operazione pericolosa. Non nel senso che sta dicendo che Mussolini è una figura positiva ma perché sta ammiccando a chi (come appunto C.G.C. Mussolini) sotto sotto continua a credere che il Duce abbia fatto anche cose buone. Purtroppo la realtà storica ci ha consegnato un uomo che oltre ad essere stato un criminale (poiché il Fascismo fu un regime criminale) non è stato né un brillante stratega né un geniale economista o un politico onesto. E del resto non è grazie a quelle doti che Mussolini ha preso il potere nel 1922, semmai per la mancanza di attributi da parte del Re d’Italia (in Inghilterra il tentativo di prendere il potere da parte dei fascisti di Mosley venne stroncato sul nascere).

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Ora che si voglia ricordare che il Duce prima di essere tale è stato “un grande giornalista” poco aggiunge ad una figura sulla quale la Storia ha già emesso la sua sentenza: un dittatore feroce, un modesto oratore che però ha saputo solleticare la pancia del Paese, uno che è stato preso mentre fuggiva vestito da nazista.

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E quello che ha dato vita ad un regime dittatoriale razzista, e che lo era ben prima di quello che i neofascisti di oggi definiscono “errore”: le leggi razziali. Per Bruno Vespa il Fascismo non può tornare, e di questo gliene siamo grati, ma ci tiene a sottolineare come in fondo Mussolini sia sempre stato di sinistra (non è chiaro se quando abolì i sindacati, fece ammazzare Matteotti o mandare al confino tutti gli oppositori politici di sinistra). Il libro di Vespa si apre con una frase che è stata ripetuta di recente da Salvini ed è stata oggetto di molte polemiche: «chiediamo i pieni poteri perché … senza i pieni poteri voi sapete benissimo che non si farebbe una lira – dico una lira – di economia». Salvini ha detto che quella frase fu strumentalizzata e ha scherzato dicendo che sarebbe stato l’unico dittatore a chiedere di tornare al voto. Vespa sembra volersi fidare, ma quella sera Salvini non stava chiedendo di tornare al voto, lo avrebbe fatto dopo.

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Ma stanno parlando di Vespa o di Mussolini?

Farlo notare significa forse dire che Salvini è il nuovo Mussolini e la Lega il nuovo Fascismo? No. Continuare a proporre una visione in qualche modo “positiva” di Mussolini aiuterà il Paese a fare i conti con il proprio passato? Nemmeno. Siamo in un periodo storico in cui si tenta di far passare l’idea che il Fascismo e il Comunismo in Italia sono stati la stessa cosa e che dirsi antifascisti sia qualcosa di “vecchio”. Andare in televisione, se pure con il nobile intento di promuovere un libro che parla dell’argomento, e dire certe cose non aiuta.

EDIT: Caio Mussolini ci scrive:

Ho letto con grande interesse l’articolo che richiama un mio tweet, nel quale elogiavo il coraggio di Bruno Vespa nel riportare, in un dibattito pubblico ormai dominato dall’isteria antifascista, alcune scomode verità. Non conosco il signor Drogo (ammesso sia questo il suo vero nome), ma credo che sulla patente di “grande giornalista” assegnata da Bruno Vespa a Benito Mussolini, sia giusto cedere il passo a quello che è attualmente il più importante giornalista d’Italia, che tra l’altro ha un solido e rivendicato background democristiano e quindi nemmeno passibile di simpatie mussoliniane.
Mentre Bruno Vespa diceva alcune verità su Mussolini, ovviamente Floris ripeteva il mantra politicamente corretto, per bilanciare il tutto e dare soddisfazione ai telespettatori di sinistra. Che fu in fin dei conti la parte politica cui prese inizio la carriera politica di Benito Mussolini, che si definì di sinistra anche nel suo ultimo discorso a Milano. Non solo, ma per tanti anni il Duce avrebbe avuto in tasca una medaglietta di Marx. Ma qui si entra nel campo delle leggende. Di fatto c’è che siglò un accordo con il partito socialista, poi rigettato dai fascisti – Italo Balbo (un grande italiano) in primis – e che voleva i socialisti al governo con lui, ipotesi purtroppo tramontata dopo la tragica follia del delitto Matteotti.

E’ singolare ricordare anche l’appello ai fratelli in camicia nera fatto da tanti esponenti (tra cui Palmiro Togliatti) del partito comunista italiano nel 1936, negli “anni del consenso”, dopo la vittoriosa guerra d’Etiopia e prima della guerra di Spagna, anch’essa poi vinta grazie agli 80.000 italiani schierati in Spagna dall’allora Duce.
Oltre a questi fatti storici, incontrovertibili perché documentati, possiamo citare Renzo De Felice, che più volte ha distinto la radice di sinistra del fascismo da quella di destra del nazismo. Fece scandalo all’epoca in cui fu redatta tale considerazione, consiglio al redattore dell’articolo di rileggere i lavori del più famoso storico del fascismo.
Potrei continuare, ma mi fermo qui. Spero di aver dato qualche spunto di lettura, qualche riferimento storico, qualche ispirazione per ricercare la verità oltre il pensiero unico politicamente corretto. Benito Mussolini fece tante cose, spesso meglio di quelli di prima e di quelli di dopo, come disse un altro grande giornalista quale fu Indro Montanelli. Fece tantissimi errori. Gli storici ne hanno discusso tanto. Sarebbe il caso di riporre quegli anni eccezionali sugli scaffali della storia – e ogni tanto rileggerla per non dimenticare – mentre si pensa al futuro del nostro sgangherato Paese. Per evitare che in mezzo a tanto degrado possano emergere nostalgie fuori tempo massimo.

Apprezziamo il fatto che Caio Mussolini (che non conosco ma di cui leggo i tweet) ritenga che sia una “verità scomoda” dire che il suo bisnonno sia stato “un grande giornalista”. Ci piacerebbe però che le verità su Mussolini dette in televisione fossero altre, non tanto per amore del politicamente corretto quanto per amore della verità storica. I fatti in breve sono questi: Mussolini (Benito) fu un dittatore che non esitò ad eliminare gli oppositori politici, si alleò con Hitler, lanciò un’impresa coloniale in Africa (usando il gas sui civili), sostenne la salita al potere del dittatore fascista Franco in Spagna (entrambe cose che Mussolini Caio non sembra considerare errori), mandò l’Italia in guerra senza alcuna preparazione a fianco della Germania nazista, firmò le leggi razziali, consegnò l’Italia ai nazisti ed infine scappò da Milano prima per tentare una disperata ultima resistenza e poi per tentare di riparare in Germania vestito da nazista. Questi sono alcuni dei “moltissimi errori” che fece Mussolini (Benito). Che sarà stato anche un grande giornalista, ma non è per quello che sarà ricordato.

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