Boosta dei Subsonica tra i volontari al confine con l’Ucraina per aiutare i profughi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-08

Davide Dileo si trova in Romania insieme alla Fondazione Progetto Arca. Impegnato in prima linea per portare supporto a chi sta lasciando il Paese in guerra

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Era lì, a Siret. Quella cittadina di confine tra la Romania e l’Ucraina. Ha visto con i suoi occhi la disperazione, la paura e la desolazione di tutti quei cittadini costretti ad abbandonare il proprio Paese natio per fuggire a questa guerra ingiustificata. Davide Dileo, in arte Boosta dei Subsonica, è tornato da poco in Italia dopo aver dato il suo aiuto – come volontario – a tutti quei profughi che hanno varcato il confine verso l’Europa per scappare dalla devastazione e dalla distruzione. E ha raccontato in prima persona quelle immagini che resteranno nella sua mente e di tutti coloro i quali, ogni giorno, lavorano affinché chi fugge dalla guerra sia aiutato e supportato.

Boosta dei Subsonica al confine con l’Ucraina per aiutare i profughi

Boosta era a Siret come volontario della Onlus Fondazione Progetto Arca. Nei giorni scorsi ha anche pubblicato immagini di tutti quei materiali raccolti per aiutare i profughi ucraini in fuga dal Paese, passando per il confine occidentale più vicino: quello rumeno.

 

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Nella sua intervista al Corriere della Sera, ha raccontato di quelle famiglie che hanno attraversato a piedi il confine tra l’Ucraina e la Romania. Molti di loro avevano piccolo trolley con lo stretto necessario. Perché la loro vita non poteva entrare in una valigia per affrontare un lungo e difficoltoso viaggio.

“Guardando negli occhi queste persone ti rendi conto della mostruosità di ciò che stanno vivendo. A Siret mi sono reso conto che io da solo, come tanti altri, posso fare veramente poco ed è naturale sentirsi in difetto. Ma qualunque cosa si scelga di fare, per piccola che sia, va fatta, senza dubbio. Non dobbiamo assuefarci a queste immagini ma reagire”.

E con la Onlus Fondazione Progetto Arca, di cui è volontario e con cui è partito da Milano per arrivare in Romania, è stata avviata anche una raccolta fondi. Perché davanti alla guerra non si possono voltare le spalle. Davanti alla disperazione non si può che aiutare chi è costretto a lasciarsi alle spalle la propria casa, i propri beni e la propria vita.

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