Boobs Against Oil: le tette per il referendum sulle trivellazioni

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-16

In mancanza d’altro a favore del referendum del 17 aprile escono allo scoperto le tette: alcune sembrano essere davvero contrarie alle trivellazioni.

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Il referendum del 17 aprile ha due problemi. Il primo è che non è esattamente contro le trivellazioni ma contro il rinnovo delle concessioni per le attività estrattive (petrolio e metano) entro le 12 miglia dalla costa. Questo significa che oltre il limite delle acque territoriali ci potranno essere, in futuro, nuove trivelle. Il secondo problema è che i tempi per fare informazione, convincere gli italiani ad andare a votare e raggiungere così il quorum sono davvero stretti. Il Governo ha infatti deciso di non fare l’election day per tentare di “sabotare” la riuscita della consultazione popolare. Ecco quindi che qualcuno ha pensato bene di usare le tette per promuovere il referendum.
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Le tette contro le trivelle

Usare messaggi a sfondo vagamente sessuale per promuovere un referendum non è proprio una novità, all’epoca della consultazione popolare del giugno 2011 (quella sulla gestione del servizio idrico, il nucleare e il legittimo impedimento) circolava questo “simpatico” motivator per invitare gli italiani a votare “quattro sì”.
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Più di recente e proprio in merito al referendum sul rinnovo delle concessioni per le trivellazioni ha suscitato parecchie polemiche (e l’indignazione del solito Gramellini) la decisione di un team di creativi di fare un banner pubblicitario sessista con lo slogan #trivellatuasorella. Molto più furbi invece i creatori della pagina Facebook (e profili social affini) Boobs Against Oil altrimenti detta “le mie tette votano sì” che invita gli utenti a postare foto delle proprie tette a sostegno della campagna referendaria.
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Un’iniziativa che vede la partecipazione di qualche maschietto, un po’ timido nel mostrarsi
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E qualcuna prova una comunicazione più ambigua e ammiccante, se votiamo Sì vedremo le tette o le trivelle? Nel dubbio ribadiamo il concetto che se siete a favore del rinnovo delle concessioni per le piattaforme già esistenti all’interno delle acque territoriali italiane dovrete votare No (o non andare a votare) se invece volete abrogare la legge che prevede che dopo una Valutazione di Impatto Ambientale suddette attività estrattive possano proseguire anche dopo la scadenza del contratto di concessione fino all’esaurimento delle riserve del giacimento (di petrolio o di metano) allora dovrete votare Sì. In ogni caso in nessun modo il referendum potrà decidere riguardo le attività estrattive al di fuori delle acque territoriali italiane.
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Nel dubbio l’importante è che all’interno della cabina elettorale vi limitiate a votare Sì o No e non a fare altro. Potreste essere denunciati e addio divertimento.

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