Bologna e i matrimoni gay: chi ha ragione tra il prefetto e il sindaco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-16

La trascrizione è valida perché non influisce sullo status dei due soggetti: è certificativa di pubblicità per un atto già valido di per sé. Ma per il resto serve una legge. Quella che stamattina Renzi è tornato a promettere in Parlamento

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Ieri a Bologna il municipio ha dato il via alle trascrizioni per le nozze e i matrimoni gay celebrati all’estero. Palazzo d’Accursio ha informato i cittadini che l’istanza va presentata al Protocollo Generale di piazza Maggiore 6 e consiste nella compilazione di un modulo in bollo da 16 euro, indirizzato al sindaco, accompagnato da copia di un documento di identità dei firmatari. Va consegnato anche l’atto in originale o in copia conforme, legalizzato dal Consolato o dall’Ambasciata italiana all’estero. Eppure ieri il prefetto ha fermato (o meglio: tentato di fermare) il tutto con una lettera inviata al sindaco Virginio Merola in cui Ennio Mario Sodano ha chiesto di revocare la direttiva che a luglio aveva introdotto questo diritto.
 
BOLOGNA E I MATRIMONI GAY: CHI HA RAGIONE

Una richiesta che, a quanto si è appreso, sarebbe dettata da argomenti contenuti nello stesso provvedimento del primo cittadino, cioè a sentenze di Cassazione e a una circolare ministeriale del 2007 che prevedono la non trascrivibilità di questi atti. Da Palazzo D’Accursio, però, Merola si è detto convinto di voler portare avanti quella che considera una «battaglia di civiltà. Per questo motivo non revoco il provvedimento – ha detto – e se riterrà opportuno interverrà il prefetto”. La direttiva verrà revocata, quindi, anche se in tempi che non dovrebbero essere così rapidi a causa dell’assenza di conseguenze pratiche e giuridiche della trascrizione.


Il prefetto Sodano ha difeso la sua scelta in un’intervista al Corriere di Bologna:

«Non potevo fare altro: la trascrizione di quei matrimoni non è prevista nel nostro ordinamento. Il sindaco ne è perfettamente consapevole, basta leggere le premesse della delibera che lui stesso ha firmato. Come prefetto ho dovuto sollevare la questione per quella che è la mia funzione. Le norme sono molto chiare».
La registrazione rappresenta un atto simbolico senza effetti giuridici, come ha ribadito anche il sindaco. Per questo c’è chi nella sua decisione ha letto un eccesso di interventismo e chi sostiene abbia ricevuto pressioni dal ministro dell’Interno Angelino Alfano.
«Con il ministro non ci sono stati scambi ufficiali, ma sono sicuro che la posizione del ministero non è diversa dalla mia. C’è una circolare del Viminale del 2007 che dice chiaramente che quegli atti non possono essere trascritti, la legge prevede inoltre che l’ufficiale di stato civile debba uniformarsi alle istruzioni del ministero e che la vigilanza spetta al prefetto. Da quel che so il ministero sta preparando una circolare sul punto. Ritengo di aver fatto solo il mio dovere, non c’è nessuno scontro istituzionale».

Il senatore Pd Sergio Lo Giudice, che era tra le persone in fila a farsi riconoscere l’unione in comune a Bologna, ha però risposto nel merito: «Sodano ha detto con parole imprecise quello che è chiaro a tutti, e cioè che questi atti non rappresentano il riconoscimento giuridico degli effetti civili del matrimonio. Se così fosse, il prefetto avrebbe buone ragioni per dichiarare nulli questi atti». «Questi atti – ha aggiunto Lo Giudice – rappresentano la presa d’atto che questi matrimoni sono accaduti. Questo, con buona pace del prefetto, non è possibile metterlo in discussione». Aurelio Mancuso Cupiello è stato ancora più chiaro su Facebook:
bologna matrimoni gay
LE CIRCOLARI, LE SENTENZE E LE LEGGI
Ma rimane che i precedenti danno invece ragione al sindaco di Bologna: a Grosseto un tribunale ha ordinato al comune di trascrivere un matrimonio gay, facendo riferimento a due fonti di diritto: la sentenza della Consulta che citava anche Mancuso:

La Corte Costituzionale si era espressa sulla questione di legittimità costituzionale delle norme poste a fondamento del rifiuto dell’ufficiale di stato civile di procedere alle pubblicazioni del matrimonio di due persone dello stesso sesso, e nella parte in cui non consentono a persone di orientamento omosessuale di contrarre matrimonio.
Pur negando l’esistenza di una norma costituzionale che riconosca il diritto al matrimonio di persone dello stesso sesso, la sentenza della Consulta affermò che nel concetto di “formazioni sociali” di cui all’art. 2 Cost. è inclusa l’unione omosessuale, ma il riconoscimento e la garanzia di tale diritto, è da ricondurre ad un’esclusiva scelta del Parlamento.

…e una sentenza del 2012 che arrivava dal Palazzaccio:

Il caso deciso qualche anno fa dalla Cassazione riguardava una coppia omosessuale di Latina che consacrò l’unione in Olanda e tentò di far trascrivere il matrimonio in Italia. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respinsero l’istanza, ribadendo la contrarietà all’ordine pubblico italiano del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
In quell’occasione però la Cassazione si distaccò dal precedente criterio dell’”inesistenza” dell’atto di matrimonio celebrato all’estero e pur giungendo alla medesima soluzione dell’intrascrivibilità dell’atto per “inidoneità a produrre effetti giuridici” nell’ordinamento italiano, riconobbe che anche i componenti di una coppia omosessuale stabilmente convivente sono considerati titolari del “diritto a una vita familiare” e del “diritto di vivere liberamente una condizione di coppia” in quanto formazioni sociali ex art. 2 Cost.
Per questo motivo, anche se secondo la legislazione italiana la coppia omosessuale non può far valere il diritto a contrarre matrimonio e, quindi, neanche il diritto a trascrivere il matrimonio contratto all’estero, tuttavia, in presenza di “specifiche situazioni”, i componenti della coppia hanno diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia eterosessuale coniugata.

I matrimoni gay e le unioni civili in Europa (infografica da: Wikipedia)
I matrimoni gay e le unioni civili in Europa (infografica da: Wikipedia)

Ed ecco quindi la spiegazione di Altalex:

Non essendo violata nessuna delle disposizioni di legge sopra richiamate, che impedisca la trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero secondo le forme previste dalla legge straniera e che, quindi, spieghi effetti civili nell’ordinamento dello Stato dove è stato celebrato, e non avendo questa trascrizione natura costitutiva ma soltanto certificativa e di pubblicità di un atto già valido di per sé, i giudici hanno ordinato all’Ufficiale dello stato civile di procedere alla trascrizione. In questo senso la trascrizione, non influisce direttamente sullo status dei due soggetti, ma sarà importante per dimostrare, come per tutte le coppie di fatto, la stabilità o la durata dell’unione. Si pensi al caso dell’affidamento di un minore alle coppie omosessuali i cui casi sono sempre più frequenti.

Ecco perché la trascrizione è valida, anche se purtroppo non vale. In attesa di una legge sulle unioni civili che stamattina Renzi in Parlamento è tornato a promettere.

Leggi sull’argomento: La questura che riconosce il legame affettivo alla coppia gay

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