Il messaggio di Bill Gates alla Commissione Europea sul vaccino per il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-28

Gates è intervenuto in una conferenza video diretta da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. E ha detto che ci sono buone possibilità per avere un vaccino entro gennaio

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“Ci sono buone notizie sui progressi scientifici. In giro per il mondo, i ricercatori stanno facendo grandi passi nello sviluppo di farmaci e di un vaccino” contro la Covid-19. “Abbiamo buone possibilità di avere un vaccino funzionante entro gennaio: sarebbe il vaccino creato più velocemente nella storia dell’umanità”. Lo dice Bill Gates, ex fondatore di Microsoft, copresidente della Bill Melinda Gates Foundation, in una dichiarazione registrata trasmessa dalla Commissione Europea. Gates è intervenuto in una conferenza video diretta da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che ha annunciato per il prossimo 27 giugno una seconda conferenza dei donatori per raccogliere fondi per finanziare la ricerca sul vaccino e sui medicinali per trattare la Covid-19, dopo quella del 4 maggio.

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“Ma dobbiamo anche chiederci – continua Gates – quanto sia un bene avere questo vaccino, se non può arrivare a tutti nel mondo. Il virus non rispetta i confini e non gli importa della vostra nazionalità. Quindi, perché il mondo sconfigga la Covid-19 serve di più che la scienza: servono passi avanti decisivi nella generosità e nella cooperazione globale”. “Sono molto grato alla presidente Ursula von der Leyen e alla Commissione Europea – prosegue Bill Gates – l’anno scorso era difficile immaginare che il mondo potesse riunirsi per risolvere una grande sfida globale come questa”. “La narrativa su come il mondo stava cambiando – continua – parlava principalmente di un mondo che si stava ripiegando su se stesso. Abbiamo solo una frazione delle risorse che servono, fino a questo momento, ma credo che questa pandemia stia iniziando a tirare il mondo nella direzione di lavorare insieme”. “Siamo tutti connessi non solo dal fatto che siamo tutti esseri umani, ma anche dalla nostra vulnerabilità ad un virus che lega indissolubilmente lo stato di salute di ciascuno. E quindi dobbiamo occuparci di tutti. Nella tristezza della pandemia, questo è un raggio di luce, e dovrebbe mantenere viva la speranza”, conclude.

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