Le telefonate di Berlusconi a caccia di peones in Parlamento: “Ciao, sono quello del Bunga Bunga”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-01-14

Giorni caldissimi per Silvio Berlusconi, che ha intensificato i contatti con i parlamentari indecisi per racimolare più preferenze possibili in vista della convocazione dell’assemblea per l’elezione del Presidente della Repubblica, prevista per il 24 gennaio

article-post

A Bianca Laura Granato, deputata no vax del gruppo misto, Berlusconi si è presentato come “il signor Bunga Bunga”. Un deputato presidente di una squadra di calcio si è sentito dire: “Ciao, sono un collega”. Lo spirito e la voglia di fare battute non manca di certo a Silvio Berlusconi, che nel giro frenetico di telefonate a ridosso dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica sta cercando di sondare il più possibile gli umori dei grandi elettori. “Mi spenderò per promuovere un esercito europeo”, ha detto a un ex grillino, secondo quanto riporta Repubblica. È insomma ufficialmente partito il reclutamento dei peones del Parlamento. “Quando l’ho sentito ho sorriso e mi sono fatta una risata”, ha detto a Un giorno da Pecora Laura Granato riferendosi al siparietto del “bunga bunga”, aggiungendo che Berlusconi non le abbia fatto nessuna proposta ma si sia solo informato sulle sue posizioni circa l’obbligo vaccinale e il Green Pass.

I conti in Parlamento di Berlusconi per la corsa al Quirinale

Una tattica in linea con quanto suggeritogli da Vittorio Sgarbi, che pianificava di corteggiare gli scettici del vaccino. Sul fronte interno l’ex cavaliere si fa forte dell’appoggio esplicito incassato ieri da Matteo Salvini, con la Lega “compatta e convinta nel sostegno a Berlusconi”. Un patto esteso anche a Fratelli d’Italia, che in Parlamento si trova però all’opposizione. Giorgia Meloni non ha preclusioni nel votarlo, ma alla condizione che l’alleanza sia totale, che si vinca o che si perda: si augura tutte le mosse, compresa un’eventuale rinuncia del Cavaliere, vengano concordate. Fratelli d’Itala (così come anche la Lega) mette in dubbio i “conti” della squadra di Berlusconi, convinta di avere – oltre ai 450 voti del centrodestra – circa altre 70 preferenze tra centristi, democratici e grillini. Una condizione che li permetterebbe agevolmente di salire al Colle a partire dal terzo scrutinio, quando servono 505 schede. A frenare gli entusiasmi arrivano però le parole di un suo fedelissimo, Gianni Letta, zio del segretario del Pd Enrico e già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Berlusconi. Lo avrebbe invitato a muoversi con prudenza e verificare la tenuta della coalizione, evitando un “all in” sul Quirinale che rischierebbe di fallire viste anche le annunciate assenze per Covid di una parte dei grandi elettori.

Potrebbe interessarti anche