Libero, i soldi del finanziamento pubblico e l'addio di Belpietro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-19

Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano racconta oggi di uno sblocco di fondi e una rateizzazione del debito per l’editore di Libero Antonio Angelucci, deputato di Forza Italia

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Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano racconta oggi di uno sblocco di fondi e una rateizzazione del debito per l’editore di Libero Antonio Angelucci, deputato di Forza Italia, arrivato prima dell’addio di Maurizio Belpietro e del ritorno di Vittorio Feltri al quotidiano (il nuovo direttore responsabile è Pietro Senaldi).

DOPO RICORSI, appelli e fragili mediazioni, lo scorso settembre, assistito dall’Avvocatura dello Stato, Luca Lotti ha concesso una rateizzazione decennale al gruppo di Angelucci: 1,5 milioni di euro con gli interessi ammassati s ul l’ultimo pagamento, previsto nel 2025. Così l’impresa editoriale di Angelucci, che controlla pure il Tempo di Roma, ha scongiurato il fallimento. Poiché Libero riceve ancora il sussidio statale ripristinato con l’a v ve n t o dell’esecutivo renziano (3,5 milioni di euro liquidati a dicembre), la Tosinvest ha attutito, senza conseguenze venefiche, il debito con lo Stato. Non è finita. Perché l’ultima buona notizia è di qualche giorno fa, riguarda i contribuiti relativi agli anni 2011 e 2012, circa 8 milioni di euro che Angelucci rivendica.

antonio angelucci libero

IL CONSIGLIO di Stato ha risolto la questione con una sentenza, ancora da notificare, che non dispiace né al governo né all’ex portantino: il 2011non verrà saldato, ma per il 2012 a Libero spet tano 4 milioni di euro. Quest’elenco di fatti e cifre spiega perché per l’ex portantino sia prezioso il rapporto con il giovane e scafato Lotti. E poi c’è Verdini, che dall’esordio a Palazzo Madama è un riferimento politico di Angelucci. Per il fondatore di Ala, il movimento che soccorre il governo renziano e coordina le strategie per il sì al referendum, Angelucci è più di un munifico imprenditore: è un generoso amico e, soprattutto, un creditore. Per salvare il patrimonio di famiglia, l’editore di Li b e r o ha prestato 8 milioni di euro a Verdini e poi è subentrato all’ipoteca del Credito Fiorentino,la banca che lostesso senatore di Ala ha guidato per vent’anni. Verdini è l’ideologo del “partito della nazione”– tutti dentro assieme a Renzi –e adesso plasma “il giornale della nazione”.

Leggi sull’argomento: Vittorio Feltri torna a Libero (che diventa il giornale di Verdini)

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