L’esplosione di Beirut e le teorie del complotto sulla bomba nucleare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-05

A provocare le esplosioni un incendio in un deposito nel porto di Beirut dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. Trump ha parlato stanotte di un attentato. Ma c’è chi punta il dito sulla nuke. Senza prove

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Sono 73 morti e 3700 feriti, al momento, le vittime causate dall’esplosione nel porto di Beirut: è l’ultimo aggiornamento fornito dalle autorità locali sul disastro. A provocare le esplosioni un incendio in un deposito nel porto di Beirut dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave, secondo il presidente Michel Aoun, citato dalla Bbc online, dopo una riunione d’emergenza del Supremo consiglio della Difesa nel palazzo presidenziale di Baabda. È “inaccettabile”, ha scritto Aoun in un tweet, che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio fossero tenute immagazzinate in condizioni non sicure. Un’inchiesta è in corso per appurare cosa abbia provocato l’esplosione.

L’esplosione di Beirut e le teorie del complotto sulla bomba nucleare

Secondo Donald Trump, che ha parlato in una conferenza stampa alla Casa Bianca, le esplosioni a Beirut “assomigliano ad un terribile attentato”. “Noi abbiamo ottime relazioni con il popolo libanese e lo aiuteremo”, ha spiegato il presidente. Il Supremo consiglio per la Difesa libanese, riunitosi questa sera alla presenza del presidente Michel Aoun, ha proclamato lo stato d’emergenza per due settimane a Beirut. La deflagrazione e’ avvenuta in un deposito nei pressi del porto, dov’erano custodite 2.700 di nitrato di ammonio, confiscate anni fa a contrabbandieri. Una sostanza pericolosissima che è deflagrata forse per le scintille sprigionatesi durante un’operazione di saldatura nel magazzino. L’effetto e’ stato apocalittico: un boato udito fino all’isola di Cipro, distante più di 200 chilometri, un urto pari a quello di un terremoto di magnitudo 4.5.

Il premier, Hassan Diab, ha assicurato che tutti i responsabili di “questa catastrofe”, saranno “chiamati a risponderne”. E intanto fonti israeliane suggeriscono che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah. Un video circolato sui social media mostra dapprima una colonna di fumo nero alzarsi nel cielo. Poi, in quelle che sembrano le fiamme di un incendio, alcune deflagrazioni minori. Infine, un’esplosione gigantesca che investe anche il balcone da cui vengono riprese le immagini, molte centinaia di metri dal porto.

Le teoria della cospirazione sulla Nuke

Vice racconta che già subito dopo l’esplosione sono cominciate a circolare una serie di teorie del complotto secondo le quali la tragedia è stata causata da una bomba nucleare. Uno dei primi a sostenerlo, in un tweet cancellato successivamente è stato un ex giornalista di ESPN con oltre 100.000 follower su Twitter. Ma anche diversi siti Web hanno scritto che ciò che è accaduto a Beirut è stato un attacco nucleare. Un’altra teoria, senza fonti o conferme, vuole che sia stato Israele ad aver fatto saltare in aria un sito di armi Hezbolah nel porto.

C’è anche chi ha sostenuto che la nuvola a forma di fungo sviluppatasi dopo l’esplosione sarebbe la prova dello scoppio di una bomba nucleare, ma anche questo non è vero: anche in altre esplosioni non nucleari si è formata una nuvola simile, anche recenti, spiega Vice.

Le due devastanti esplosioni che oggi hanno sconvolto Beirut hanno colpito un Paese già destabilizzato da una crisi economica e politica senza precedenti e da una pandemia da coronavirus che si sta facendo sempre più incalzante. E’ una “crisi della disperazione”, come scrivono i media locali. Un dato su tutti: il mese di luglio ha registrato un record di suicidi, causati quasi sempre da povertà e dallo scoramento delle decine di migliaia di persone che negli ultimi mesi hanno perso il lavoro. Da tempo il Libano e’ segnato dalle proteste di piazza, iniziate il 17 ottobre del 2019, con gli slogan scanditi contro la corruzione della classe politica, incapace di risollevare il Paese, che ormai detiene il record poco invidiabile di terza nazione piu’ indebitata al mondo. Questo a fronte di un sistema sanitario in condizioni pessime, che adesso faticherà a far fronte all’enorme numero di feriti; fatiscenti anche le infrastrutture, con le scuole a pezzi e boccheggianti, mentre le interruzioni dell’energia elettrica sono ormai una ricorrenza a cui i libanesi sono abituati. Non solo: negli ultimi mesi e’ cresciuto di oltre il 55% il prezzo dei generi alimentari, la disoccupazione e’ lievitata al 33%, la valuta nazionale è precipitata ai minimi.  Guarda caso a rimpolpare le fila di chi crede alla cospirazione della bomba nucleare dietro all’esplosione di Beirut c’è Alessandro Meluzzi

 

meluzzi bomba beirut

video da Twitter

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