Battaglia finale per Mariupol? Il post era una bufala

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-12

Un post social pubblicato domenica ha fatto pensare a serie difficoltà per l’esercito ucraino di stanza nella città. Ma sono arrivate le smentite

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“Oggi sarà probabilmente l’ultima battaglia, poiché le munizioni stanno finendo. Sarà la morte per alcuni di noi e la prigionia per gli altri”. Recitava così un post social pubblicato nei giorni scorsi 36^ brigata marina ucraina che sta difendendo, fin dall’inizio della guerra, la città di Mariupol dall’invasione e dai continui bombardamenti russi. In quel post-comunicato si faceva riferimento alla “battaglia finale” che avrebbe portato alla sconfitta dei soldati ucraini e la resa militare in quella città che si affaccia sul Mar d’Azov e che si trova a sud della regione del Donbass. Ma, a quanto pare, la verità sembra essere un’altra e non si è ancora arrivati allo scontro militare finale tra i due eserciti.

Mariupol e la storia della “battaglia finale” che, però, era una bufala

Nel post pubblicato su Facebook nella giornata di domenica da parte della 36^ brigata marina ucraina si parla esplicitamente di fine degli armamenti e delle munizioni che avrebbe comportato ultime tragiche ore di “combattimento uomo a uomo”. Parole che sanno di sconfitta finale davanti a un nemico, la Russia, che non sembra avere problemi per quel che riguarda i rifornimenti di armi. Un messaggio che ha il sapore del “commiato” davanti al popolo ucraino. Ma le cose stanno veramente così? Contattato dalla BBC, il vice-sindaco di Mariupol – Serhiy Orlov – ha respinto questa narrazione etichettandola come falsa e sottolineando come la difesa militare della città sia ancora in corso, senza quei problemi indicati nel post social:

“Le informazioni sui marines sono false. Non commento i falsi. I russi hanno occupato temporaneamente parte della città. I ​​soldati ucraini continuano a difendere le parti centrali e meridionali della città, così come le aree industriali e così via”.

Non sembra essere arrivato, dunque, il momento della battaglia finale per Mariupol. Ma le tensioni e la guerriglia militare nella zona proseguono. Le truppe russe, infatti, negli ultimi giorni hanno accelerato la loro offensiva sul Donbass, puntando i loro carri armati e i propri soldati in direzione delle auto-dichiarate repubbliche indipendenti (e filo-russe) di Donetsk e Lugansk. E Mariupol è, per posizione geografica, una tappa fondamentale sulla scacchiera dell’invasione russa.

L’accusa: hanno usato armi chimiche contro i civili

Lo è stato fin dall’inizio della guerra, con i bombardamenti che sono proseguiti nel corso di tutti i giorni di ogni singola settimana, andando a colpire anche obiettivi civili: oltre alle case, infatti, anche ospedali e teatri (trasformatosi in rifugi) sono stati colpiti dai missili lanciati dall’esercito russo. E da Kyiv arriva anche un altro allarme: i soldati inviati dal Cremlino avrebbe utilizzato armi chimiche e tossiche contro la popolazione. Una notizia che aggraverebbe ancor di più gli effetti (già devastanti) di questa guerra. Dagli Stati Uniti, però, si prende tempo per analizzare la veridicità di queste accuse, come spiegato dal portavoce del Pentagono John Kirby:

“Siamo al corrente di notizie che circolano sui social media secondo cui le forze russe hanno dispiegato una potenziale arma chimica a Mariupol. Non possiamo confermarlo al momento ma continuiamo a monitorare la situazione da vicino. Se fossero vere, queste notizie sarebbero profondamente preoccupanti e riflettono le preoccupazioni che abbiamo sul potenziale uso da parte russa di una varietà di ‘agenti antisommossa’, tra cui gas lacrimogeni mischiati ad agenti chimici, in Ucraina”.

Notizie che dovranno essere confermate nei prossimi giorni.

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