Bassetti: “Ora che sono pro vaccino non piaccio più alla destra”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-13

Il virologo da quando è cominciata la campagna vaccinale ha perso consenso, per lui però non cambia nulla: vaccini e apertura sui più giovani sono le priorità

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Matteo Bassetti non è pronto a barattare scienza con popolarità. E’ quanto emerge dall’intervista rilasciata questa mattina sulle colonne de Il Corriere della Sera, in cui il virologo si è detto “scaricato” dagli ambienti di centrodestra da quando ha cominciato la sua battaglia in favore del vaccino. In questi due anni di pandemia il primario del reparto di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova è stato uno dei punti di riferimento scientifici per quella parte dell’emiciclo. A Lega e Fratelli d’Italia sono piaciute molto quelle uscite di Bassetti che tendevano a smorzare molte delle paure legate al covid. Sebbene alle volte più che rassicurazioni sono sembrate incoscienti ridimensionamenti dei fatti. “Se Bassetti non piace più non è un mio problema. Io porto avanti le ragioni della scienza – ha raccontato il virologo -. La scienza ci dice che la soluzione, per arginare la pandemia, sta nei vaccini. Ancora oggi, nel mio ospedale, sono stati ricoverate persone fra i 40 e i 60 anni con forme di Covid che potevano essere prevenute con la vaccinazione”.

Bassetti scaricato dalle destre, la linea pro vax non piace ai sostenitori di Salvini e Meloni. Cosa è cambiato?

Effettivamente nella comunicazione del professore è cambiato qualcosa. “In qualche modo sono diventato una specie di idolo della destra perché ho sempre ritenuto sbagliato il terrorismo mediatico sul Covid – spiega Bassetti – e i bollettini che, almeno in certi momenti della pandemia l’anno scorso, ci informavano, ossessivamente, ogni giorno, della situazione di morti e ricoverati. Questo mio modo di fare comunicazione è piaciuto a una certa area politica”. La linea pro vax ha costretto l’immunologo genovese a rinunciare ad una fetta di popolarità, in favore di un doveroso rispetto per la scienza. Poi il richiamo ai più giovani e l’importanza degli studenti “Non possiamo mantenere ancora i ragazzi in Dad. Hanno bisogno di stare insieme e di socializzare. Devono vaccinarsi. E per gli insegnanti si dovrebbe pensare all’obbligo”.

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