Bar, ristoranti e locali: cosa cambia e cosa chiude con il nuovo DPCM Coronavirus Ottobre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-13

Cosa cambia con il nuovo DPCM per bar, locali e ristoranti? Dovranno chiudere a mezzanotte, mentre dalle 21 si potrà consumare solo ai tavoli, inoltre c’è il divieto di bere e sostare all’esterno per evitare assembrament

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Cosa cambia con il nuovo DPCM per bar, locali e ristoranti? Dovranno chiudere a mezzanotte, mentre dalle
21 si potrà consumare solo ai tavoli, inoltre c’è il divieto di bere e sostare all’esterno per evitare assembramenti. Divieto vendita alcolici alle 22.

 

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Spiega Repubblica:

Per quelli, compresi i ristoranti, che hanno i tavoli scatterà la chiusura alle 24. Quelli invece che non li hanno (ad esempio bar, gelaterie, pasticcerie, certi pub) dovranno interrompere l’attività alle 21. Non solo, una volta avvenuta la chiusura i clienti non potranno restare fuori, davanti all’ingresso. Si temono infatti assembramenti anche una volta chiusi i bandoni. Se il Cts non ha avuto da obiettare, hanno cercato di mettersi di traverso alcuni governatori. Anche il presidente Anci, Antonio Decaro, ha chiesto di lasciare aperti dopo la mezzanotte i locali dove si può sedere, visto che assicurano il distanziamente. Ma al Cts è stata sottoposta anche l’unica misura che anziché ridurre la presenza di persone in un determinato luogo, la aumenta. Si tratta di quella pensata dalle Regioni per i palasport, dove salta il massimo di 200 spettatori. Per gli stadi era previsto, e resta, il tetto di mille spettatori al di là della grandezza dell’impianto mentre le strutture al chiuso in base al nuovo Dpcm potranno ospitare pubblico fino al 15% della loro capienza, fino però a un massimo di mille persone. Il limite dei 200 spettatori resta per cinema e teatri. Ieri si era ipotizzato un taglio a queste attività ma il ministro alla Cultura Dario Franceschini ha subito detto che «non esiste il rischio di ridimensionamneti. Saranno confermati i limiti con la conferma della possibilità delle regioni di derogare».

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