Il bambino è nato in Spagna da due donne, secondo i giudici sono entrambe mamme

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2015-01-07

La famiglia cambia, la Corte d’Appello di Torino riconosce lo status di madri a entrambe le donne che avevano avuto un figlio in Spagna

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Il bambino è nato in Spagna con il ricorso alla donazione di gameti (cosiddetta fecondazione eterologa). I genitori sono entrambi donne, e per la legge spagnola possono fare ricorso alle tecniche e il figlio è di entrambe (madre A e madre B, si legge sullo stato civile di Barcellona). La Corte d’Appello di Torino ha accolto la richiesta delle donne e l’ufficiale di stato civile di Torino trascriverà la nascita del bambino come figlio di tutt’e due.
La decisione dei giudici si basa sull’interesse del minore e sulla necessità di «garantire la copertura giuridica ad una situazione di fatto in essere da anni, nell’esclusivo interesse del bambino cresciuto da due donne che la legge spagnola riconosce entrambe come madri». Il Tribunale di Torino aveva respinto la richiesta di trascrizione come «contraria all’ordine pubblico», ma la Corte d’Appello ha giudicato più importante garantire al bambino i diritti e la stessa protezione giudica che avrebbe un bambino nato in circostanze diverse – garanzia che molti figli di coppie formate da due donne o due uomini non hanno, essendo il solo genitore biologico quello riconosciuto dalla legge italiana (con conseguenze drammatiche).
La decisione ricorda quella del tribunale dei minori di Roma dello scorso agosto: con quella sentenza «i giudici hanno accettato la richiesta di adottare da parte di una madre “solo” sociale. Hanno riconosciuto pienamente alla donna il suo ruolo: diritti e doveri. E la motivazione è semplice e incontrovertibile: è nell’interesse del minore, cresciuto in una famiglia con due madri e abituato a considerare loro due come genitori. La ricorrente aveva chiesto l’adozione della minore in base all’art. 44, comma 1, della della legge n. 184 del 1983 e successive modifiche, che regola l’adozione in casi particolari».
La famiglia cambia, qualche tribunale se ne accorge e rimedia alle carenze della legge italiana seguendo quella che sembra essere la questione più importante: l’interesse dei bambini. Più dei modelli formali (o naturali o immaginati da Dio) e dell’«ordine pubblico».
Come si legge dalla trascrizione dell’atto di nascita, «Ai fini del riconoscimento o meno dei provvedimenti giurisdizionali stranieri, deve aversi prioritario riguardo all’interesse superiore del minore (art.3 L. 27.5.1991 n 176 di ratifica della Convenzione sui diritti del fanciullo, di New York 20.11.1989) ribadito in ambito comunitario con particolare riferimento al riconoscimento delle sentenze straniere in materia di rapporti tra genitori e figli, dall’art. 23 del Reg CE n 22012003 il quale stabilisce espressamente che la valutazione della non contrarietà all’ordine pubblico debba essere effettuata tenendo conto dell’interesse superiore del figlio. Nel caso di minore nato all’estero, da coppia omosessuale, in seguito alla fecondazione medicalmente assistita eterologa con l’impianto di gameti da una donna all’altra, l’atto di nascita del fanciullo può essere trascritto in Italia poiché, nel caso in questione, non si tratta di introdurre ex novo una situazione giuridica inesistente ma di garantire la copertura giuridica ad una situazione di fatto in essere da diverso tempo, nell’esclusivo interesse di un bambino che è stato cresciuto da due donne che la legge riconosce entrambe come madri».
Corte d’Appello di Torino
Qui un commento di Marco Gattuso (Minore nato da due donne in Spagna: l’atto di nascita può essere trascritto in Italia, Articolo 29, 7 gennaio 2015).

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