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L’accoglienza di una scuola elementare del Napoletano per due bambini scappati dall’Ucraina | VIDEO

neXtQuotidiano 14/03/2022

Due bambini, fratello e sorella, scappati da Leopoli, tornano a scuola in Italia all’istituto Don Milani di Pomigliano e vengono accolti da studenti e insegnanti in festa

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Dimitri e Victoria sono due bambini di 8 e 10 anni, fratello e sorella, scappati dalle bombe che la Russia continua a lanciare sull’Ucraina e finalmente tornati a scuola al sicuro in Italia. Ad accoglierli l’istituto Don Milani di Pomigliano d’Arco, che ha coinvolto circa 200 bambini e insegnanti per dare ai due piccoli nuovi arrivati da Leopoli un caloroso benvenuto con striscioni, palloncini, bandiere giallo-azzurre e tantissimi applausi. Sono riusciti a salvarsi insieme alla mamma grazie alla nonna Dana, che da 20 anni vive nella provincia di Napoli e che si trovava in Ucraina lo scoro 24 febbraio, al momento dello scoppio della guerra. Il loro padre è rimasto in Patria a combattere.

L’accoglienza di una scuola elementare del Napoletano per due bambini scappati dall’Ucraina | VIDEO

Nell’atrio del Don Milani due bambini hanno teso loro la mano, un gesto tanto tenero quanto universale per due neo-arrivati che non conoscono la lingua. “Siamo grati di questa accoglienza – ha detto commossa la madre – i bambini erano felicissimi al ritorno dalla scuola”. “Spero che il nostro calore possa compensare il dolore e le perdite”, ha dichiarato la dirigente scolastica Maria Barone. “Appena mi ha informato dell’arrivo di Dimitri e Victoria ci siamo mossi per accoglierli – spiega la preside – è nostro dovere favorire il diritto all’istruzione di questi bambini per quanto è possibile. I nostri studenti sono stati di una ospitalità stupefacente e i bambini hanno percepito l’affetto, si è superata così ogni barriera linguistica. Un momento di grande emozione perché abbiamo visto la punta dell’iceberg, sappiamo che dietro tutto questo c’è una tragedia che comporta ai bimbi perdite in termini di legami, affetti, case, ricordi, radici. Una consapevolezza che dovrebbe avere anche chi rimane freddo e duro e non pone rimedio”.

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