Attualità
La storia dei tamponi in frigo invece che in laboratorio
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-13
Un messaggio audio di un operatore del 118 che parla dei test eseguiti sui calabresi che dal 4 maggio sono tornati in regione dal Nord: per la Regione si tratta di fandonie
Tamponi depositati in congelatori situati in un capannone della provincia di Cosenza, invece di essere portati nei laboratori per il processamento. Il Fatto Quotidiano oggi riprende una denuncia del deputato del MoVimento 5 Stelle Francesco Sapia, membro della commissione Affari sociali e sanità, che pubblica un messaggio audio di un operatore del 118 che parla dei test eseguiti sui calabresi che dal 4 maggio sono tornati in regione dal Nord:
“Ho fatto una scoperta veramente bruttissima… –dice l’operatore –. Sono entrato nel magazzino e c’erano centinaia, ma che dico: migliaia, di tamponi fatti in tutti questi giorni e mai processati, mai portati in viro logi a”. Sapia ha inviato l’audio, con un esposto, alle cinque Procure della regione e alla Corte dei conti. “Se ci fossero riscontri si tratterebbe di un fatto gravissimo – dice Sapia –, che metterebbe arischio la popolazione residente in Calabria e dovrebbe obbligare a rivedere le misure di contenimento, fondate su dati non conformi alla realtà”.
Ai magistrati è arrivata la registrazione originale. Poi, una versione con la voce camuffata – per impedire il riconoscimento dell’operatore sanitario – è stata diffusa. In poco più di due minuti l’uomo racconta di aver saputo da colleghi dell’ordine di lasciare i tamponi nei congelatori. “Notizie false e tendenziose, manifestamente infondate e tese a denigrare l’immagine di una Regione che ha invece risposto brillantemente all’emergenza Coronavirus”, la replica della Regione, che con un comunicato, ipotizzando anche il reato di procurato allarme, riepiloga i numeri.
I tamponi in corso di lavorazione? 1.500 in tutta la regione. E i laboratori di microbiologia accreditati ne processano quotidianamente circa 1.300. La presidente Jole Santelli, interpellata dal Fa tt o, non risponde. Tutto è affidato al direttore generale della Salute, Antonio Belcastro, per il quale tutti i campioni, peraltro, risultano “custoditi sulla scorta della circolare del ministero della Salute del 22 gennaio 2020, che prevede la conservazione degli stessi, fino a cinque giorni, ad una temperatura di 4 gradi centigradi”.