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Astrazeneca: come cambia il piano vaccinale con la raccomandazione per gli over 60

neXtQuotidiano 08/04/2021

Come cambia il piano vaccinale in Italia con la decisione  di raccomandare le dosi del vaccino Astrazeneca agli over 60?

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Come cambia il piano vaccinale in Italia con la decisione  di raccomandare le dosi del vaccino Astrazeneca agli over 60?

Astrazeneca: come cambia il piano vaccinale con la raccomandazione per gli over 60

La decisione di “scudare” i più giovani con Pfizer, Moderna e J&J, rischia di alimentare lo scetticismo verso il vaccino di Oxford. Con circa due milioni di dosi Astrazeneca che ancora giacciono nei frigo e oltre un milione e duecentomila persone, tra docenti e forze dell’ordine, che attendono la seconda dose a maggio e che ora non sanno come andrà a finire. A chiedere chiarezza per loro, durante l’incontro con le Regioni, il governatore veneto Luca Zaia, che vuole “indicazioni certe”, “no a confusione o fai da te”, intima. Il ministro della Salute Roberto Speranza rassicura, una circolare con delle indicazioni chiare verrà scritta a breve. Le Regioni, è il messaggio del governo, non procederanno in ordine sparso. Ma a sera regna lo sconforto. Alimentato dalla consapevolezza di un cambio di rotta che segna un’innegabile inversione a U, visto che a inizio campagna Astrazeneca veniva riservato proprio ai meno anziani. Con la Gran Bretagna, per giunta, costretta a tornare sui suoi passi seppur parzialmente: dopo aver difeso a spada tratta il vaccino di Oxford ora eviterà di darlo agli under 30. Èuna giornata a tinte fosche per l’Europa tutta, mentre dagli States il virologo della Casa Bianca, Anthony Fauci, mette in chiaro che gli Usa non hanno bisogno del vaccino anglo-svedese perché dispongono di tre sieri eccellenti che basteranno per tutti. A Palazzo Chigi, però, non si scompongono. Il premier Mario Draghi, assicurano i beninformati, è deciso a centrare l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno entro fine aprile. Il piano vaccinale andrà rimodulato, ma lo sarà in modo da non subire rallentamenti, è il messaggio di fiducia che rimbalza. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo mette in chiaro: la raccomandazione su Astrazeneca non avrà impatto sul piano vaccinale. Da domani le dosi del vaccino anglo-svedese andranno alla fascia tra i 60 e i 79 anni. Insomma, nella war room del piano vaccinale si tira dritto. Secondo quanto scrive Repubblica sarebbero 34 milioni le dosi di Astrazeneca che erano destinate agli under 60 e che ora dovranno essere sostituite:

Le questioni sul tavolo sono tre. La prima. Il cambio consentirà di velocizzare le somministrazioni per gli anziani e, quindi, di concludere la copertura delle categorie anagraficamente più esposte alle conseguenze del virus in minor tempo. La seconda. Le vicissitudini delle ultime settimane stanno generando, inevitabilmente, sfiducia nella popolazione e va diffondendosi l’errata convinzione che esistano vaccini di serie A e di serie B. Tanti, troppi, stanno cancellando le prenotazioni. In Puglia, Calabria, Sardegna e Campania ci sono aree dove il tasso di rinuncia tocca picchi del 40 per cento. La terza questione ha a che vedere con la cosiddetta aritmetica delle dosi. «Abbiamo 8-9 settimane di autonomia», ha spiegato il ministro Roberto Speranza durante la riunione. Poi però, a giugno, si porrà il problema di come vaccinare chi ha meno di 60 anni, ai quali fino ad oggi si prevedeva di destinare una buona parte dei 34 milioni di dosi AstraZeneca. Si può ovviare con Johnson & Johnson, a patto che i 26 milioni di vaccini della casa americana arrivino come da cronoprogramma

La nuova raccomandazione per AstraZeneca “non dovrebbe incidere più di tanto: di fatto è un incentivo a vaccinare di più gli over 60″, fanno notare all’Adnkronos fonti di governo. Ma le Regioni chiedono a gran voce “più dosi e certezze sulle forniture”, e il piano vaccinale torna ad infiammare il dialogo tra i governatori e Palazzo Chigi. Si tratta di un tema, per giunta, legato a doppio nodo con un altro dossier sensibile, quello delle riaperture, domani al centro di un nuovo confronto con le Regioni a cui parteciperà anche il presidente del Consiglio. All’ordine del giorno, in realtà, c’è il Recovery plan, ma i governatori hanno già fatto sapere che chiederanno chiarimenti e certezze sulle date per tornare a tirare su le saracinesche. E la condizione sine qua non per farlo – ribadiscono da Palazzo Chigi- è innanzitutto che la campagna vaccinale sia a buon punto, soprattutto per anziani e fragili, le categorie più a rischio. Il report delle vaccinazioni, al momento, segna un totale di quasi 11,7 milioni di somministrazioni, per un totale di 3,6 mln di cittadini che hanno ricevuto le due dosi. Di queste quasi 4 milioni sono targate AstraZeneca.

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