Assolto il 44enne di Guidonia che pretendeva dai genitori paghetta, massaggi e colazione a letto

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-12-05

Caffè a letto, paghetta, massaggi: sono solo alcuni dei servigi che il 44enne pretendeva dagli anziani genitori

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Una vicenda ai limiti dell’incredibile ha visto (tristi) protagonisti i genitori di un 44enne di Guidonia Montecello, comune alle porte di Roma. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, che ha ricostruito quanto accaduto, l’uomo, nonostante avesse un lavoro e in barba all’età, costringeva la madre non solo a elargirgli una “paghetta”, ma pure a servirlo e riverirlo quotidianamente come un principe. Arrivati comprensibilmente all’esasperazione, i genitori avevano deciso di denunciarlo per maltrattamenti in famiglia. Dopo tre anni, l’iter giudiziario si era concluso con la condanna del “bamboccione”, ma adesso l’uomo è stato assolto.

Assolto il 44enne che pretendeva la paghetta e massaggi dai genitori: “Quelle vicende non si configurano come maltrattamenti”

Caffè a letto a colazione, massaggi ai piedi e alle gambe, una sostanziosa paghetta settimanale, la disponibilità del padre ad accompagnarlo ovunque desiderasse: questi sono solo alcuni dei servigi che il 44enne pretendeva dagli anziani genitori. Di fronte a un rifiuto, l’uomo reagiva con urla e minacce che spesso sfociavano in episodi di vera e propria violenza fisica, denunciati alle autorità dai due coniugi.

All’ennesima segnalazione di un litigio domestico, il 44enne era stato arrestato e portato al carcere di Rebibbia, dove è rimasto per tre mesi, con conseguente sospensione dal lavoro. Poi, per l’uomo è stato stabilito il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, fino all’assoluzione con formula piena arrivata lo scorso venerdì. I difensori del 44enne, soddisfatti per l’esito del processo, hanno dichiarato a Il Messaggero:

Dopo sei mesi di detenzione dell’imputato, il giudice ha voluto effettivamente valutare la situazione ritenendo l’insussistenza del reato. Quelle vicende e quelle dinamiche familiari che si sono venute a creare, insomma, non si configurano come maltrattamenti. Tanto è vero che i genitori erano presenti in tribunale quando è stata pronunciata la sentenza. Lo aspettavano fuori, e poi sono andati tutti insieme a casa.

 

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