La stretta di Torino contro l’odio razziale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-09

Il procuratore Armando Spataro emana una serie di direttive per rendere più efficace il contrasto dei reati motivati dall’odio razziale e dalla discriminazione etnico-religiosa

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Il procuratore di Torino Armando Spataro ha emanato direttive per rendere più efficace il contrasto dei reati motivati dall’odio razziale e dalla discriminazione etnico-religiosa. Il magistrato ha diffuso anche disposizioni per sveltire i cosiddetti ‘affari dell’immigrazione’, fra cui le procedure per il riconoscimento o meno della protezione internazionale e di altre forme di protezione umanitaria.

La stretta di Torino contro l’odio razziale

Ad occuparsi di questi reati sarà un pool di magistrati che eviteranno, si legge nel documento presentato dal procuratore generale, Francesco Saluzzo, e dal procuratore capo Armando Spataro “di richiedere l’archiviazione per particolare tenuità del fatto”, potranno inoltre “promuovere l’azione penale” e “svolgeranno personalmente le funzioni di pm in dibattimento”. A questo proposito, la procura ha anche invitato Questura, Carabinieri, Gdf e Polizia municipale a valutare “la possibile adozione di direttive o misure organizzative idonee a implementare l’efficacia e l’immediatezza degli accertamenti finalizzati all’identificazione dei responsabili dei reati”.

procura torino armando spataro

“Questa esigenza – ha spiegato Spataro – è nata dall’aver constatato nell’ultimo periodo una crescita di questo tipo di reati, minacce, aggressioni, scritte e manifesti che imbrattano i muri spesso accompagnata dalla passività delle persone presenti. Non tocca a noi magistrati intervenire nelle analisi di tipo sociale e politico mentre è vostro compito dare risposta a questo tipo di reati, odiosi e insopportabili”.

Spataro e i barconi in mare

Durante la conferenza stampa Spataro ha anche parlato dei barconi in mare: “Nessuno può vietare a un barcone di attraccare. La convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il diritto al non respingimento”. “La convenzione di Ginevra del 1951 – ha aggiunto Spataro – prevede il diritto al non respingimento: chi chiede asilo ha diritto che la sua posizione venga vagliata con serietà. Dunque, se per ipotesi un barcone arrivasse ai Murazzi bisognerebbe verificare chi è a bordo, da dove arriva, cosa chiede. Non si può respingere tout court un immigrato che chiede ospitalità e asilo”.

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