Antonio Antonelli, l’italiano rimasto a Kherson dopo aver ceduto i suoi posti a sei bambini in fuga dall’Ucraina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-22

L’uomo, originario del reatino, è rimasto nella città sotto attacco russo insieme a sua moglie, dopo aver dato rifugio ad altre due famiglie

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Dopo i primi bombardamenti sulla città di Kherson, Antonio Antonelli e sua moglie avevano la possibilità di lasciare l’Ucraina martoriata dalla guerra. Potevano salire a bordo di un autobus che li avrebbe portati all’aeroporto per lasciare il Paese e tornare in provincia di Rieti, dove è nato l’uomo. Ma, a quasi un mese dall’inizio del conflitto, lui e la donna sono ancora nella città, chiusi in una casa per mettersi al riparo dalle bombe che continuano a piovere dal cielo. Perché su quel bus non sono mai saliti, perché hanno voluto lasciare il loro posto a due mamme e sei bambini.

Antonio Antonelli, l’italiano che lascia il suo posto ai bambini di Kherson

Come riporta il quotidiano Il Messaggero, Antonio Antonelli è un imprenditore originario di Montisola di Contigliano, in provincia di Rieti. Ed è uno dei 239 nostri connazionali che si trovano ancora all’interno dei confini ucraini. È passato quasi un mese da quel suo gesto di umanità e solidarietà che lo ha portato a rinunciare a quel biglietto per la fuga da Kherson.

“C’erano due mamme e sei bambini, con mia moglie ci siamo guardati e abbiamo pensato che stavamo facendo la cosa giusta. E abbiamo ceduto i posti”.

Una decisione che risponde a un grande gesto di umanità. Ma ora per lui, per sua moglie (e per molte altre persone) la via d’uscita dalle bombe sembra essere molto complicata. Al quotidiano romano l’imprenditore – che ha compiuto 67 anni proprio alla vigilia dell’inizio della guerra in Ucraina – ha raccontato che ora vive in quella casa nella zona di Kherson insieme alla moglie. E con loro altre due famiglie (tra cui 4 bambini) che avevano perso la casa a causa dei bombardamenti.

L’uomo ha lanciato un appello alla Farnesina per aiutare lui e la moglie a lasciare l’Ucraina. Nelle ultime settimane, infatti, il cibo e l’acqua sono iniziati a scarseggiare. Queste carenze sono state soffocate dai rumori delle esplosioni e dei carri armati che continuano ad attraversare la città.

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