Fatti
Pagliarulo dell’ANPI aspetta che La Russa smentisca le parole contro l’associazione dei Partigiani
neXtQuotidiano 15/10/2022
“Vedremo nei fatti che cosa succederà il 25 aprile, festa della Liberazione dalla dittatura fascista e dall’oppressione nazista”, ha sottolineato il presidente ANPI
Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi, nel corso di una conferenza stampa ha commentato l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato ricordandogli l’odio verso l’Anpi e auspicando un cambio di rotta.
Pagliarulo dell’ANPI aspetta che La Russa smentisca le parole contro l’associazione dei Partigiani
“La seconda carica dello Stato in quanto tale merita rispetto. Ma altrettanto, anzi, molto di più spetta a quella personalità essere scrupolosamente rispettosa della Repubblica, della sua storia e della Costituzione, nata dalla Resistenza cioè dalla lotta al fascismo e al nazismo. Vedremo”, ha spiegato Pagliarulo che poi con un espediente retorico ha continuato: “Non è il caso di rivangare la biografia di La Russa. Ricordo solo una cosa: l’odio che ha sempre manifestato verso l’Anpi: ‘L’Anpi altro non e’ che una foglia di fico della sinistra, una associazione che sfila con i centri sociali e che fa comodo solo per tenere alto il pericolo del fascismo, che però non c’è più da ben 72 anni. L’Anpi è una associazione vergognosa’, ebbe a dire la Russa. Vedremo se si ricrederà”.
Ma il presidente Anpi ne ha avuto anche per il nuovo presidente della Camera: “Abroghiamo la legge Mancino – dichiarava nel 2018 Fontana – che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano. I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato”.
“In equilibrio”, secondo Pagliarulo, il discorso tenuto da La Russa a Palazzo Madama dopo la sua elezione, “rappresentando la mediazione tra la sua storia personale e l’altissima responsabilità che ricopre con un punto interrogativo che riguarda questa proposta di aggiungere come festa nazionale la data della nascita dell’Unità d’Italia”. Poi ha aggiunto: “vedremo nei fatti che cosa succederà il 25 aprile, festa della Liberazione dalla dittatura fascista e dall’oppressione nazista, un punto sul quale bisognerà misurarsi”.
-Premesso questo, Pagliarulo non nasconde la sua preoccupazione “per una serie di anticipazioni che abbiamo ascoltato in campagna elettorale da parte delle forze che hanno vinto le elezioni e che oggi rappresentano la maggioranza che esprimerà il governo, come la proposta di cambiare la Costituzione, modificando la natura della nostra Repubblica, da parlamentare a presidenziale e la proposta di attuare il comma 3 dell’articolo 116 della Costituzione che prevede che alcune Regioni possano, quindi non debbano, godere del’autonomia differenziata. Ecco, noi non condividiamo né l’una, né l’altra proposta perché cambierebbero radicalmente l’architettura istituzionale del nostro Paese e a nostro avviso violerebbero il principio di uguaglianza tra cittadini”.
Preoccupano, secondo Pagliarulo, anche le simpatie della leader di FdI Giorgia Meloni nei confronti del modello Polonia, un paese “più volte sanzionato dall’Unione europea sui diritti”, così come “troviamo inquietante quello slogan morto e sepolto che è ‘Dio, patria, famiglia’, che rinvia direttamente a luoghi comuni del ventennio fascista. L’identità di un paese è, secondo noi, coesistenza, dialogo, accoglienza e non diffidenza e chiusura e pensiamo che questo slogan sbagliato e pericoloso”. Ovviamente, “non esprimiamo un giudizio su un governo che non c’è, ma su ciò che è venuto fuori in campagna elettorale”.